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martedì 28 febbraio 2012

Fango


Perché, dai, dentro le mura di casa nostra, in fondo in fondo, siamo un po’ tutti meschini.
Chiusi nel nostro salotto, al buio della nostra stanza oppure in bagno, nascosti allo sguardo giudicante del mondo intero, possiamo dare sfogo ai nostri biechi istinti da basso ventre.
Perché, dai, siamo un po’ tutti inquinatori; versiamo consapevolmente l’olio usato nello scarico del lavandino, e facciamo abbondante uso di detersivi più o meno devastanti, più o meno colorati e dal fragrante profumo di muschio, tanto chi può vederci?
Certo, al sicuro nelle nostre dimore, siamo un po’ tutti evasori, spregiudicati come fottuti furbetti di quel quartierino ch’è diventato casa nostra; guardiamo i telegiornali e pensiamo che, se avessimo le palle meno mosce, anche noi potremmo organizzare una qualche voragine di denaro pubblico, con l’imbuto che finisce dritto dritto nelle nostre tasche.
Ma sì, dai, quando nessuno può sentirci o indovinare i più segreti pensieri stampati sul nostro volto, siamo un po’ tutti omofobi, perché “le lesbiche almeno sono belle fighe, ma i froci cazzo non si possono proprio guardare”.
Tutti nascosti dietro alla tastiera dei nostri sogni, che ci permette di essere il porco pedofilo e viscido voyeur  altrimenti nascosto nelle nostre sembianze quotidiane; guardiamo, clicchiamo, chattiamo, fotografiamo e speriamo sempre di poter scopare gratis, perché – lo sappiamo  – qualsiasi approccio internettiano nasconde neanche troppo efficacemente il nostro desiderio di scopare gratis, e senza noiose conseguenze.
Del resto, dai, chi ci può riconoscere mentre infrangiamo tutte le regole del codice della strada? Vomitando tutta la furiosa arroganza di cui siamo capaci mentre stiamo in culo alle altre macchine, guidando come stronzi ubriachi anche quando siamo lucidi, oppure suonando il clacson a chi cerca di parcheggiare pacificamente dopo aver messo le frecce, cosa che noi non facciamo mai, non per dimenticanza, ma per pura bastarda strafottenza verso il prossimo… facendo tutte queste cose ci sentiamo bene, scarichiamo le nostre tensioni e siamo pronti a tornare nelle nostre belle casettine.
Già, nelle belle casettine, dove il nostro partner ci aspetta inconsapevole del fatto che stiamo per trattarlo come una merda, comandandolo, urlandogli in faccia, mettendolo in secondo piano rispetto ad un qualsiasi videogioco demente del cazzo, scaricando su loro tutta la frustrazione violenta accumulata in ufficio, dove altri stronzi scaricano la loro merda su di noi, in un gioco infinito di mobbing piramidali che finiscono dritti dritti sulla faccia di chi ci circonda.
Ci incazziamo quando un barista ci risponde male, con quel modo di fare tipico di chi sembra pensare “sù, stronzo, ecco il tuo caffè, strozzatici”, ma poi trattiamo come spazzatura i nostri clienti o gli utenti degli uffici pubblici nei quali lavoriamo, tanto nessuno farà mai reclamo.
Scarichiamo film pirati, rubiamo frutta e verdura al supermercato, occupiamo i parcheggi per disabili, picchiamo i nostri figli, tradiamo gli amici, strizziamo l’occhio alla cameriera che ci serve il bianchino delle 17.30 mentre nostra moglie ci aspetta a casa, rubiamo decine di minuti di lavoro nascondendoci al cesso, mentiamo di continuo, critichiamo tutto senza avere la minima conoscenza di un cazzo, votiamo con noncuranza i porci che finiscono sempre per governarci e di cui siamo pronti a parlar male, guardiamo con disprezzo l’uomo seduto per terra in metropolitana, fingiamo orgasmi, diamo la parola stringendo la mano e senza mai rispettarla, illudiamo giovani pieni di iniziative e capacità promettendo loro progetti che sappiamo già di non realizzare, cerchiamo favori tramite amici e parenti, facciamo favori ad amici e parenti, lasciamo che tutto il fango ci scorra sopra senza muoverci.
Anzi, prendiamo manciate di quel fango e lo impastiamo con cura sul nostro viso e sul nostro corpo, così che nessuno possa riconoscerci o sentire il nostro vero odore.

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