Perché, dai, dentro le
mura di casa nostra, in fondo in fondo, siamo un po’ tutti meschini.
Chiusi nel nostro
salotto, al buio della nostra stanza oppure in bagno, nascosti allo sguardo
giudicante del mondo intero, possiamo dare sfogo ai nostri biechi istinti da
basso ventre.
Perché, dai, siamo un
po’ tutti inquinatori; versiamo consapevolmente l’olio usato nello scarico del
lavandino, e facciamo abbondante uso di detersivi più o meno devastanti, più o
meno colorati e dal fragrante profumo di muschio, tanto chi può vederci?
Certo, al sicuro nelle
nostre dimore, siamo un po’ tutti evasori, spregiudicati come fottuti furbetti
di quel quartierino ch’è diventato casa nostra; guardiamo i telegiornali e
pensiamo che, se avessimo le palle meno mosce, anche noi potremmo organizzare
una qualche voragine di denaro pubblico, con l’imbuto che finisce dritto dritto
nelle nostre tasche.
Ma sì, dai, quando
nessuno può sentirci o indovinare i più segreti pensieri stampati sul nostro
volto, siamo un po’ tutti omofobi, perché “le lesbiche almeno sono belle fighe,
ma i froci cazzo non si possono proprio guardare”.
Tutti nascosti dietro
alla tastiera dei nostri sogni, che ci permette di essere il porco pedofilo e viscido
voyeur altrimenti nascosto nelle nostre
sembianze quotidiane; guardiamo, clicchiamo, chattiamo, fotografiamo e speriamo
sempre di poter scopare gratis, perché – lo sappiamo – qualsiasi approccio internettiano nasconde
neanche troppo efficacemente il nostro desiderio di scopare gratis, e senza
noiose conseguenze.
Del resto, dai, chi ci
può riconoscere mentre infrangiamo tutte le regole del codice della strada? Vomitando
tutta la furiosa arroganza di cui siamo capaci mentre stiamo in culo alle altre
macchine, guidando come stronzi ubriachi anche quando siamo lucidi, oppure
suonando il clacson a chi cerca di parcheggiare pacificamente dopo aver messo
le frecce, cosa che noi non facciamo mai, non per dimenticanza, ma per pura bastarda
strafottenza verso il prossimo… facendo tutte queste cose ci sentiamo bene,
scarichiamo le nostre tensioni e siamo pronti a tornare nelle nostre belle
casettine.
Già, nelle belle
casettine, dove il nostro partner ci aspetta inconsapevole del fatto che stiamo
per trattarlo come una merda, comandandolo, urlandogli in faccia, mettendolo in
secondo piano rispetto ad un qualsiasi videogioco demente del cazzo, scaricando
su loro tutta la frustrazione violenta accumulata in ufficio, dove altri
stronzi scaricano la loro merda su di noi, in un gioco infinito di mobbing
piramidali che finiscono dritti dritti sulla faccia di chi ci circonda.
Ci incazziamo quando un
barista ci risponde male, con quel modo di fare tipico di chi sembra pensare “sù,
stronzo, ecco il tuo caffè, strozzatici”, ma poi trattiamo come spazzatura i
nostri clienti o gli utenti degli uffici pubblici nei quali lavoriamo, tanto
nessuno farà mai reclamo.
Scarichiamo film
pirati, rubiamo frutta e verdura al supermercato, occupiamo i parcheggi per
disabili, picchiamo i nostri figli, tradiamo gli amici, strizziamo l’occhio
alla cameriera che ci serve il bianchino delle 17.30 mentre nostra moglie ci
aspetta a casa, rubiamo decine di minuti di lavoro nascondendoci al cesso,
mentiamo di continuo, critichiamo tutto senza avere la minima conoscenza di un
cazzo, votiamo con noncuranza i porci che finiscono sempre per governarci e di
cui siamo pronti a parlar male, guardiamo con disprezzo l’uomo seduto per terra
in metropolitana, fingiamo orgasmi, diamo la parola stringendo la mano e senza
mai rispettarla, illudiamo giovani pieni di iniziative e capacità promettendo
loro progetti che sappiamo già di non realizzare, cerchiamo favori tramite
amici e parenti, facciamo favori ad amici e parenti, lasciamo che tutto il
fango ci scorra sopra senza muoverci.
Anzi, prendiamo
manciate di quel fango e lo impastiamo con cura sul nostro viso e sul nostro
corpo, così che nessuno possa riconoscerci o sentire il nostro vero odore.
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