Ed io che t'avevo.
Poi guardo l'orologio due volte, non so mai che ora è.
Mangio qualcosa, butto briciole di vita sul mio pavimento, prima o poi pulirò tutto; sì, prima o poi pulirò.
Ascolto musica, alzo un po' di pesi davanti allo specchio, compiaciuto della mia decadenza muscolosa, cerco svaghi per la stanza, come se potessi ancora sorprendermi fra queste quattro mura.
Mi fermo.
Come diavolo posso stupirmi, qua è tutto uguale.
Lo so, lo so, non c'è bisogno che me lo ricordi, lì allo specchio. E smettila di guardarmi con quell'espressione saccente, non c'è bisogno che sia tu a ricordarmi da cosa sto cercando distrazione.
Farò una doccia, indosserò una maglia pulita e profumata e...
Devo ricordarmi di spegnere il ferro da stiro.
Le chiavi di casa? Sì, eccole.
Cosa dovevo fare domani? Ah, sì, le bollette. Le bollette, sì. E le raccomandate in giacenza, sì.
Le raccomandate in giacenza.
Ho chiuso i finestrini della macchina? Forse questa sera piove.. Sì, ricordo di averli chiusi.
Dai, se continuo così, di giorno in giorno, di mese in mese, anno dopo anno sì può dimenticare.
La soluzione è semplice: basterà che smetta di guardarmi allo specchio.
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