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martedì 8 febbraio 2011

Un amore piccino picciò


- Pamela, vuoi diventare la mia ragazza? – le dissi, porgendole un fiorellino.
- Robertino, come sei dolce.. ma io ho 14 anni e tu ne hai solo 11, non posso stare con te. Cosa direbbero tutte le mie amiche? -
- mmhh. -
- però, visto che sei stato coì romantico, ti do un bel bacio -

Sulla guancia. Me lo diede sulla guancia.

Il Jukebox sputava in continuazione la stessa canzone – Tiii pretendooo in nome dell’amore se c’è… - perché un gruppo di ragazzette, le amiche di lei, avevano monopolizzato la scelta dei brani, in quanto innamorate dell’allora giovane cantante.
Io le guardavo ridere inutilmente e pensavo che come quattordicenni erano piuttosto infantili, ed in parte era per colpa loro se quella sera le cose mi stavano andando per il verso sbagliato.

Così, in parte triste ed in parte furioso, decisi di giocare tutti i miei risparmi a videogames, cercando in qualche modo di dimenticare.
Come potevo dimenticare?
Quella sera avevo indossato un paio di pantaloni bianchi ed una camicia floreale arancione, avevo ingellato i miei lunghi capelli e mi sentivo pronto a fare conquiste. Come latin lover inventato, però, non avevo preso in considerazione che la mia età potesse essere un ostacolo insormontabile fra me e la conquista di Pamela; nonostante ciò, le sue continue coccole, così come i suoi sguardi, i bacini, e soprattutto il fatto che di tanto in tanto mi tenesse per mano, mi spinsero a fare il grande passo, a buttarmi nel dirupo della follia d’amore.. per questo decisi di dichiararmi.
Quell'estate decisi di andare fino in fondo.

Se si escludono le storielle infantili delle prime classi elementari, quello fu il mio primo vero innamoramento; lo posso dire con certezza, perché il ricordo di quella sera è vivo n me, come fosse accaduto l’estate appena passata, mentre invece ne sono passate ventitre.
Mi sono sempre chiesto per quale motivo quella ragazzina di 14 anni giocasse a fare la fidanzata di uno di 10, illudendolo per nulla, per poi dargli l’inevitabile colpo finale; probabilmente non si sarebbe mai aspettata un gesto come il mio, oppure non si rese mai conto di quanto mi piacesse e quanto potesse essere emozionante tenerle la mano.

Comunque sia, quella delusione chiamata Pamela fu importantissima per me, per tutti gli anni a venire.
Perché? Beh, come si dice.. sbagliando s’impara, ed io non ho più indossato camicie floreali arancioni.

3 commenti:

paranhouse-hurt mao ha detto...

eeeh già... ste Donne cominciano a farci diventare citrulli già da giovani... poi da grandi è troppo tardi, sappiamo come comportarci ma, sarà sempre nel modo sbagliato per via dei tempi e dell' età e di ogni cosa che avrà a che fare con quelle simpatiche Donne :-)) !!

saluti Roberto !!

Amori Impossibili ha detto...

Leggendo questo bellissimo brano il primo pensiero è stato
mi auguro davvero che per te valga il detto perchè io sono recidiva.. pecco sempre sugli stessi errori!
un bacio

liberoPensieRoberto ha detto...

Mao
non è così male, sai? Penso che le strozzerei a volte per le quantità industriali di seghe mentali che si fanno ma.. le amo così, le amo tutte! :)

Amori impossibili
Errori... e chi lo dice che sono errori? Certo, l'essere recidivi può addirittra diventare patologico, ma se te ne sei resa conto oramai sei a un passo dal cambiare, no? :)
Bacetto