Poesia, narrativa, riflessioni libere e satira.. se fossi stato capace di scrivere 'ste cose, al posto di un blog avrei scritto un libro.. e sarei diventato ricco.
sabato 30 maggio 2009
Il coraggio del confronto
venerdì 29 maggio 2009
Luciano (G.Gaber)
giovedì 28 maggio 2009
Il Ki, la ciccia e mille pensieri sparsi.
Anzi, mi sono guardato.
Lo shiatsu ed il disegno anatomico che ho acquisito studiandolo, mi hanno aiutato fin troppo bene a comprendere meglio la nuova forma del mio essere.
I kyo e i jitsu, i vuoti e i pieni, i gonfiori, i muscoli che c’erano e quelli che ci sono ancora, il mio colore.
Un nuovo Roberto che lavora seduto per ore ed ore, che non fa più gli stiramenti, che non corre più, che non fa più palestra.
Sono a disagio, ho tante belle camicie a maniche corte, ma non posso metterle perché la pancia è troppo gonfia; non riesco più a mettere anche i pantaloni di lino, quelli leggeri adatti alla stagione, non ci sto più dentro.
So perfettamente che potrei fare da me gli esercizi, ma preferisco starmene sul letto ad oziare.
Infatti, oltre al mio corpo, l’intero appartamento mi assomiglia: sporco, disordinato.
È il disordine mentale che ho dentro; una confusione assoluta, dove non posso fare altro che vivere giorno per giorno.
Tutti i miei progetti e le mie iniziative sembrano pallidi tentativi di nascondere questo ozio perpetuo che ho dentro.
Se potessi, dormirei 12 mesi l’anno.
Eppure, io non sono sempre stato così.
Ho vissuto periodi in cui il mio Ki, l’energia vitale, era talmente potente che non potevo trattenerlo.
Facevo il muratore, e poi uscivo fino a tardi o facevo teatro senza sforzo, facevo l’amore per ore ed ore, e poi appena rimasto solo avevo anche il coraggio di rifarlo da me.
Scrivevo notti intere, bevevo il caffè all’alba e poi andavo a lavorare come niente fosse.
Dopo i lunghi fine settimana di shiatsu, tornavo a casa stanco fisicamente, ma pieno di adrenalina. Lo ricordo benissimo.
Ecco.
Quante cose facevo.
Forse questo è solo un momento della mia vita, la fase yin, più lenta e più proiettata verso l’alto, che non verso le cose materiali della terra; forse è una fase di stanchezza generale, che il fisico sente subito e assorbe.
Non voglio nemmeno lontanamente alludere ad una depressione, perché sono così attaccato alla vita.
Questi giorni, poi, dopo il suicidio di Paulo mi sento così fiacco, senza motivazioni.
La politica è il mio sfogo del momento.
Non posso credere, non voglio accettare, di non saper vivere da solo. Da solo ho fatto così tanto, fino ad oggi.
Eppure, sì, sento il bisogno di parlare la sera e non solo con i miei amici; sento la voglia di condividere con qualcuno tutto quello che sto facendo, che non siano (senza offesa) solo i lettori del mio blog. Sento il desiderio di stare ad ascoltare qualcuno che faccia lo stesso con me, parlandomi di sè, di sogni e progetti.
Oppure mi sbaglio; del resto sono a disagio con qualsiasi donna mi si avvicini, non credo sia una di loro a darmi quello che cerco.
Cerco.
Io cerco.
Cerco dentro me, ma restando fermo.
Invidio tantissimo chi sa essere disciplinato col proprio corpo; quando io lo ero, guarda un po’, stavo benissimo.
Il corpo influisce sullo spirito, lo spirito influisce sul corpo: quante volte ho detto questa cosa mentre tenevo corsi di teatro, o mentre parlavo di comunicazione, eppure sembro incapace di mettere a frutto questa teoria.
La verità è che almeno una volta vorrei che una cosa andasse liscia, senza complicazioni, senza doverci sudare sopra. Una qualsiasi cosa.
Ti alzi e tac, te la ritrovi lì, già fatta. E funzionante. Senza alcuna controindicazione.
Questa pancia è gonfia, non grassa.
Quando facevo il muratore avevo un addome da invidia…
Ricordo l’ultima estate in cui l’ho fatto: ristrutturavamo un maneggio, io stavo sempre sotto il sole, a petto nudo; ogni tanto alzavo cose pesantissime (che oggi non sarei in grado di muovere di un centimetro), le portavo in spalla, passavo davanti ad una finestra e mi vedevo riflesso, così figo, così muscoloso e abbronzato.
Lo so, sembrano stupidate, l’aspetto fisico non conta, però stavo bene con me stesso e questo è un dato di fatto; quando andavo in piscina ero felice di mettermi in costume, oggi mi vergogno da morire, soprattutto quando mi siedo e tutta la ciccia si arrotola...
Forse, e dico forse, da questo fine settimana sistemerò tutto, e comincerò a fare esercizi.
Io sono diverso dal povero Paulo, amo la vita e devo reagire.
Il testamento di Tito (F. De Andrè)
lunedì 25 maggio 2009
Addio Paulo. Ma perché l’hai fatto?
“ehy, ch’è successo?”, gli avevo chiesto, perché mi ero subito accorto che era più disperato del solito.
“mi hanno lasciato a casa, e sono dieci giorni che cerco lavoro. Il figlio del mio capo ha preso il mio posto.”; era l’ombra di se stesso, dal tono della voce avevo capito che perdeva ogni briciolo di speranza.
“dai, dammi il tuo numero, domani vedo nella mia cooperativa se c’è qualcosa”, e poi ci siamo fermati a parlare dei nostri guai.
Lui, però, aveva tutta la famiglia in Portogallo, ed era troppo solo qui. Quando gli dico "eh, il tuo capo del resto ha fatto bene, quello era suo figlio. Tu per tuo figlio non lo faresti?". Lui dice "io venderei il culo per mio figlio", ma lo dice troppo serio, troppo serio.
Mi parlava dei colloqui di lavoro, dove gli dicevano che era troppo grande o che non aveva la qualifica per fare niente. Aveva sui 42 anni, non so di preciso.
Usava la mia lavatrice da mesi, ma giovedi mi aveva chiesto di usare anche l’acqua “ma certo, figurati, che problema c’è?”, gli avevo risposto.
Giovedi lo incontro, tornava da un giro in bici, e gli dico che non ho ancora trovato la mia collega.
Venerdi chiedo al mio lavoro se c’è qualcosa per lui, spiego che ha problemi con l’alcool e che dovrebbe essere inserito in un progetto di recupero, “ti aiuto io, non preoccuparti” penso io, è sempre stato così gentile ed educato con me, e poi è così solo.
Ieri pomeriggio lo incontro di nuovo sulle scale, ancora con la testa fra le mani. Io ero di fretta perché andavo da mia madre a Pavia, ma non ho potuto non fermarmi. Ricordo ogni parola. Le sue ultime parole.
“vado da mia madre a pavia”, dico io, e lui “eh, sei fortunato”; io stupidamente penso che cavolo ne sai, mia madre è la rovina della mia vita.
Poi gli dico “dai, Paulo, non startene lì così, prendi su la bici, fai un giro”, “no sono appena tornato”.
“però cazzo non puoi startene lì così, incazzati un po’, e tirati su”, e mentre dico questa idiozia, stringo i pugni e gli faccio il gesto di reagire.
Poi dalla mia bocca esce la frase più inutile della terra, e credo che mi sentirò una merda per molto tempo: “ciao buona giornata”.
Paulo mi risponde sotto voce “eh, giornata di merda”.
Io gli sorrido, e gli dico “eddai, giornata di merda?!”, e strappo un sorriso anche a lui.
Poi salgo in macchina, vado da mia madre, torno verso le 19.30 e mi fermo al bar.
Parlo fino alle 22.00 con amici del bar, e torno tutto allegro a casa.
Salgo, accendo la tv e metto su il dvd dei Blues Brothers, per ridacchiare un po’.
Ad un certo punto, una sirena lampeggiante attira la mia attenzione: mi affaccio, vedo un’ambulanza e penso: qualcuno ha avuto un malessere.
Torno a guardare il film. Sono uno riservato, non mi piace curiosare.
Poi, però, le luci lampeggianti si fanno più numerose. Mi riaffaccio, e ci sono vigili del fuoco e carabinieri, e fanno tutti avanti e indietro nel mio cortile.
“questo è Paulo che ha bevuto e sta combinando qualche cazzata” penso.
“non posso dirtelo, non posso dirtelo”.
È grave. Lo capisco dall’espressione della ragazza.
Mi vesto, apro la porta di casa, e vedo il cortile a piano terra pieno di gente.
Scendo le scale, vado dal ragazzo che vive sotto di me e gli dico: “oh, checcavolo è successo”,
“stai scherzando?”, “no ale, stavo dormendo, non so niente, cos'è successo?”.
A quel punto lui non parla, mi fa cenno con la testa di girarmi dietro e in alto, proprio verso la scala davanti casa mia, da cui ero sceso solo un istante prima.
Eccolo, Paulo.
Appeso alla corda di plastica e metallo, quella per stendere i panni.
Mi si gela il sangue, reagisco malissimo, mi giro, comincio a camminare per il cortile e dico “NO CAZZO!!!”.
Ale mi chiama “roberto!”, ma io non trattengo le lacrime, giro a vuoto per il cortile. Parlo da solo.
Cosa hai fatto Paulo. Perché l’hai fatto Paulo. Cazzo Paulo, ti stavo cercando un lavoro. Volevo aiutarti, cazzo Paulo non ho fatto in tempo.
La gente è lì, lo guarda come un trofeo.
Io sembro un matto, ad un certo punto scarico la rabbia sui carabinieri, urlo.
TIRATELO GIU’ CAZZO! COSA STATE ASPETTANDO EH? CHE TUTTO IL PAESE VENGA A GUARDARLO?
“Aspettiamo il Prefetto, per le foto, D’Izzia stia calmo, ora lo tiriamo giù.”.
La mia vicina mi insegue letteralmente “roberto ti do un calmante?”, mi tengono fermo, ma io mi calmo. Mi fanno bere un po’ d’acqua.
Una signora mi dice “eh ormai è morto”. Vorrei aggreditrla, ma non è nemmeno del mio cortile e se ne va.
Io ogni tanto guardò su, ma appena lo rivedo appeso mi giro di scatto, non trattengo le lacrime.
Minuti interminabili.
Arriva il prefetto, fanno le foto, lo tirano giù, arriva il carro funebre.
Prendono Paulo, lo mettono a terra davanti casa mia per le foto e le costatazioni mediche sulla causa del decesso.
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Oh, Paulo, dentro quel sacco.
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Tutti vanno via, io parlo col maresciallo: “maresciallo, sto ragazzo era solo, io ero il suo unico amico qui, cosa posso fare?”.
Il maresciallo mi dice, con l'accento meridionale, “era un bravo ragazzo, lo conosco da 10 anni. Beveva, ma non ha mai creato problemi, ci aiutava, era sempre disponibile” e lo ripete mentre scrive, “era un bravo ragazzo.”.
Anche io lo dico.
Poi il maresciallo dice “era soltanto un povero disgraziato.. e infatti è morto da povero disgraziato”.
A quel punto, io gli dico “senta, fate gli accertamenti sulla famiglia, ma tenetemi informato, voglio esserci quando lo seppelliscono. È morto da disgraziato, non voglio che sia anche seppellito da disgraziato”.
Il maresciallo mi da ragione, mi ringrazia, mi stringe la mano, e mi congeda.
Ed eccomi qui, a scrivere.
Non dormirò, credo, voglio pensare a lui.
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Come potrò cancellare quella spaventosa immagine?
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E poi, lo sai che non eri proprio da solo, cazzo Paulo non dovevi farmela questa.
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Va bene, non posso giudicarti.
Perdonami per la poca attenzione che ti ho dato nonostante i miei tentativi, per le frasi banali e idiote dell’ultima volta che ti ho visto, e perdona il branco di razzisti bigotti di questo paese che non ti rivolgevano la parola, solo perché eri straniero e avevi problemi con l’alcool.
Perdonaci tutti.
sabato 23 maggio 2009
problemi blogspot?
venerdì 22 maggio 2009
Alitosi
Gli altri paesi mi respingono a mitragliate, perché per loro sono semplicemente un clandestino da evitare.
Comincio a sospettare di avere l’alito pesante.
mercoledì 20 maggio 2009
La psicanalisi.
(uomo sudato, un po' nervoso, si butta sulla poltrona e dice tutto d’un fiato molto, molto velocemente)
“ed è venuto a parlare con lo psicanalista, vero?”
“Sì, certo! Mi aiuti !”
“ecco.. a dire il vero questo è lo studio del notaio, lo studio dello psicanalista è là” (indica la porta dall’altra parte del corridoio).
“ah.. eheheh.. (imbarazzo), bene bene, ehm sì certo... questo è lo studio del notaio.. e lei è..”
“..ed io sono l’assistente del notaio.”
“ah, sì certo, eh eh l’assistente del notaio… allora ehm, beh… tolgo il disturbo. Salve. Buona giornata.”
(sorriso di cortesia) “buon giorno a lei, e.. legga bene la targhetta sulla porta, prima di entrare."
C'è qualcuno.. che non sa.. più cos'è un uomo!
La presidente: "No no no no.. io non stampo a colori tutte quelle lettere, facciamo le fotocopie."
Io mando giù il boccone amaro, sapendo che le fotocopie sono terribili, e fra l’altro devo scrivere l’intestazione a mano di volta in volta.
Passa qualche giorno, il fratello di lei vede una di quelle lettere, e invia a me e alla sorella una mail dove dice che le lettere in bianco e nero sono pessime.
Passano tre settimane, spedisco decine e decine di lettere in bianco e nero.
Oggi mi arriva questo postit sul tavolo (fra l'altro lei è lì, perchè non me lo dice a voce?):
Questa l'ho scritta soprattutto per il mio caro amico Lorenzo: vedi, fratello, quant’è difficile mantenere la promessa di non fare più il matto al lavoro, urlando in faccia ai capi come facevo una volta?
martedì 19 maggio 2009
Antipolitica populista
- Hai perfettamente ragione, dobbiamo proprio far sapere alla politica cosa pensiamo. -
- Ah bene, finalmente uno con un po’ di senso civico. Tu per chi voterai? -
- Non saprei… esiste il partito “vaffanculo”? -
Promesse elettorali (precarie)
- Già, puoi dirlo forte: ieri il candidato sindaco del mio paese mi ha promesso un posto di lavoro.. non solo part-time, ma pure a tempo determinato ! -
Voglia di elezioni (e/o erezioni)
.
- Uhhh..non vedo l’ora di votare.. -
- Quanto entusiasmo... perchè? -
- Perché quest’anno la presidente del seggio è quella grandissima gnocca della mia vicina!!! -
Voglia di elezioni
- Resterò a letto a dormire –
- Non vorrai farmi credere che mentre tutti noi eserciteremo il nostro diritto/dovere, tu starai a letto a dormire?! –
- No, ovviamente: ogni tanto mi butterò anche sul divano. –
Un amore di banca
-
- Anche io di te amo più o meno la stessa cosa - rispose la carta.
domenica 17 maggio 2009
Io e la sindrome di Colombo

sabato 16 maggio 2009
Evoluzione
Il gorilla e l'uomo si trovarono l'uno di fronte all'altro, in silenzio.
-
L'uomo guardava quello splendido animale e pensò che sarebbe stato grandioso poter essere al suo posto, e tornare dunque alle origini della propria specie.
Il gorilla guardò l'uomo, lo guardò bene, e tremò di terrore al solo pensiero che potesse accadere il contrario.
venerdì 15 maggio 2009
Io credo nelle fate
“non riesco a prendere la mia ombra”
“se vuoi posso cucirtela io..”
-
L’Arcimboldi di Milano era stracolmo, ed io col fiato sospeso ed una incredibile gioia primordiale seguivo quello spettacolo, il regalo più bello della mia vita.
Tutto mi piaceva; improvvisamente dimenticai d’aver fatto teatro e di conoscere il punto di vista di chi si cambia dietro le quinte, e cominciai a CREDERE in ciò che vedevo.
Incredibile, avevo 29 anni e riuscivo ad identificarmi contemporaneamente sia in Peter che nel Capitan Uncino; ricordo l’irrefrenabile voglia di saltare sul palco, per unirmi al balletto buffissimo dei maldestri pirati, bendarmi l’occhio sinistro, impugnare una spada ed imprecare pronunciando quelle frasi pittoresche ma innocue.
Poi, Trilly bevve il veleno al posto di Peter, e fu lì per morire.
- c’è sono un modo per salvare una fata e farla ritornare in vita: dovete alzarvi tutti, tenervi per mano e gridare “io credo nelle fate” -
Il pubblico di adulti lì per lì non si scompose, e tutti i bambini in sala rimasero fermi, perché non capivano se era una cosa proibita o no.
Peter ripetè l’invito al pubblico; in realtà era l’autore di quella commedia teatrale a chiederci di CREDERE.
Mi alzai, presi per mano lei ed uno sconosciuto che stava alla mia sinistra, ed urlai “Io credo nelle fate!”. Pian piano si alzarono gli altri, prendendosi per mano, e mentre gli attori chiedevano di dire quella frase tutti insieme e sempre più forte, tutto il teatro tuonò: “IO CREDO NELLE FATE, IO CREDO NELLE FATE…”.
-
Ridevamo , noi adulti, un po’ per imbarazzo, un po’ per gioia. Il bimbo sperduto dentro di noi finalmente poteva esultare, come non faceva più da tanto, tanto tempo.
-
Trilly si riprese ed il pubblico scoppiò in un fragoroso applauso.
Io, a volte così ingenuo, ricordo di essermi commosso, un po’ come adesso che spingo giù un magone grosso come un’anguria, e lei mi guardava ridendo molto soddisfatta, proprio perché sapeva di avermi fatto il regalo più bello.
-
Io credo nelle fate.
-
E poi, questa mattina, sotto un cielo ancora grigio (fuori e dentro), accendo la radio, e…
giovedì 14 maggio 2009
Il filo creativo della solidarietà
Conosco Flavia di persona, è una ragazza straordinaria, e vi assicuro che aiuta REALMENTE le persone, superando brillantemente le sue difficoltà fisiche.
Il suo ed il nostro obbiettivo, adesso, è trovare i fondi per acquistare o avere in comodato un pulmino attrezzato per disabili.
Date un’occhiata al sito e se volete fate una donazione (sul sito c’è tutto).
Passaparola.
mercoledì 13 maggio 2009
Seicento’s Broken Marmitta
Ad un certo punto un rumore incredibile supera il brusio della piazza, come il rombo di un motore di cilindrata mostruosa..
RRRROOOOAAAAAARRRRRRRRRRRR ….
Al rumore mostruoso segue un altro rumore, questo più meccanico, come gli ingranaggi di un tir che schioccano l’uno dietro l’altro..
TAC TAC TAC TAC TAC TAC TAC TAC TAC….
-
Il rumore vien da dietro l’angolo.
I fiati sono sospesi, tutto tace, anche un cagnolino che stava per pisciare resta con la zampa alzata, in bilico.
Ed ecco fare ingresso nella piazza il titano meccanico...
-
E' la mia seicento scassata.
Faccio un’improbabile manovra per parcheggiare e parte il rumore dell’albero motore ormai vicino alla morte definitiva…
-
Scendo, guardo i fanciulli infighettati che ridono, e penso: ridete ridete, ma nessuno di voi avrà le soddisfazioni che m’ha dato il mio gioiellino grigio metallizzato.
Piccoli borghesucci da quattro soldi.
-
Tsè!
Bisonti
S’affaccia furtivo, il guerriero Sioux,
e con la mano a ripararsi da un timido sole
osserva,
silenzioso osserva il divenir del giorno ad est,
e mandria di bisonti impazziti
verso il nulla andare.
-
Ecco, sta pensando,
quelle son le mie future sfide,
e nel mentre cento dardi estrae
dalla sua faretra;
non c’è bestia che mi fermi,
quando stringo fra le mani
le mie cento vite.
-
E poi,
un pietoso sguardo verso l’ovest,
punto cardinale del ricordo.
E colori come odori,
gusti come suoni,
pallidi riflessi che ingannano i miei occhi,
e pretendono d’esser vivi.
Fichi d’india e calure estive,
sale grosso, e sale fino,
infiniti istanti silenziosi in due.
-
Ecco,
sta pensando mentre posa i dardi
son le anime danzanti dei bisonti uccisi,
che mi fanno compagnia.
Poi,
prende l’arco sorridendo
e si volta nuovamente verso est.
-
-
Roberto D’Izzia (13/05/09)
Datemi un'ermo colle per lo spirto guerrier ch'entro mi rugge
-
Forse perché della fatal quïete
Tu sei l'imago a me sì cara vieni
O sera! E quando ti corteggian liete
Le nubi estive e i zeffiri sereni,
-
E quando dal nevoso aere inquïete
Tenebre e lunghe all'universo meni
Sempre scendi invocata, e le secrete
Vie del mio cor soavemente tieni.
-
Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme
che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
questo reo tempo, e van con lui le torme
-
Delle cure onde meco egli si strugge;
e mentre io guardo la tua pace, dorme
Quello spirto guerrier ch'entro mi rugge.
-
-
martedì 12 maggio 2009
Amaramente dedicato a:
- prima di tutto a me, che faccio stare male le persone che mi circondano, solo perché ho il pessimo vizio di essere molto espansivo, molto riservato, molto serio, molto coglione, molto intelligente, molto scemo.. tutto contemporaneamente, e soprattutto pretendo che gli altri mi capiscano;
- quelli che gli dici “mi piace Rino Gaetano” e ti rispondono immancabilmente “chi? Mino Reitano???”;
- quelli che ridono e ti sfottono quando dici che i film sui Samurai con Toshiro Mifune erano favolosi, anche se loro non ne hanno mai visto uno;
- quelli che fanno fatica a capire la prima volta e devi ripetere sempre tre o quattro volte un concetto;
- quelli che “come va?” “mah, voglio starmene un po’ solo” “e perché?” “perché voglio starmene un po’ solo” “ma è successo qualcosa?” “no, voglio starmene un po’ solo ho detto” “sì ho capito, sei uno stronzo!”;
- quelli con il tatto di un elefante che ti dicono “non puoi pretendere di fare felice una persona se sei pieno di problemi fisici e familiari, eh!”;
- quelli che “ma non è vero che stai male, infatti vai a lavorare tutti i giorni!”;
- quelli che ti promettono una cosa e qualche giorno dopo “Io? Ti sbagli, non ho detto mai una cosa del genere”;
- quelli che sono il tuo capo, tu gli dici “guarda, ho un problema di relazione coi colleghi e con te ,vorrei risolverlo perché non si può stare giorni e giorni senza parlare..” e loro ti rispondono “non è vero, tu sei paranoico, hai le manie di persecuzione, dovresti farti vedere da qualcuno”;
- quelli che hanno il vizio di giudicare le persone dopo un giorno, senza mai fare domande per capire chi sono realmente;
- quelli che danno solo risposte chiuse e fanno congelare l’atmosfera anche se tu ci provi. “allora, come va?” “bene.” “fatto qualcosa domenica?” “no.” “visto? Finalmente un po’ di sole!” “sì.”;
- quelli che sono donne, fai loro un complimento disinteressato tipo “hey come sei carina coi capelli corti” e ti rispondono spaventate “perché?”;
- quelli che cambiano umore ogni ora, e se ne fanno un vanto;
- quelli che ti fanno un colpetto di clacson quando il semaforo è rosso e soprattutto davanti c’è una coda tremenda quindi non potresti nemmeno avanzare;
- quelli che ti dicono sempre di sì per la cena, tu prenoti e poi, uno alla volta, ti scrivono lo stesso giorno per dire che non ci sono;
- quelli che è una bellissima serata, si sta bene a casa a chiacchierare anche se è tardi, ma basta che si alza uno per andarsene, si alzano improvvisamente tutti e lo seguono, guardando gli orologi e dicendo “eh già, s’è fatto tardi”;
- quelli che fingono di essere amatori sfacciati e smaliziati, ma poi al primo bacio si sciolgono e ti vogliono sposare;
- quelli che quando dici di avere la febbre, loro hanno avuto la febbre a 42°, se dici di avere problemi di stomaco, loro sono stati operati di ulcera;
- quelli che ti sminuiscono sempre e che sparano sui tuoi sogni con la loro codardia mascherata da concretezza;
- quelli, invece, che vivono su un altro pianeta e non hanno alcun senso pratico, e ti dicono “eh, perché non vendi casa? Eh, perché non cambi lavoro? Eh, perché non affitti il tuo soggiorno-cucina ad un estraneo?”;
- quelli che se scrivi robe allegre o sciocche ti chiedono di essere serio, ma quando scrivi cose serie ti dicono “come sei negativo, perché non scrivi una delle tue cose allegre?”;
- quelli che non hanno mai studiato a scuola, che picchiavano i più debolucci, che sputavano palline di carta masticate sulla prof., che rubavano alla Standa, che sanno giocare bene a pallone ma sono disonesti, eppure sono simpaticissimi, e nessuno ha il coraggio di mandarli affanculo, e le tipe gli si donano perché hanno le spalle larghe e le fossette sulle guancie, e le prof. o i genitori o i capi al lavoro non li sgridano perché sono delle simpatiche canaglie;
- quelli pieni di amici, ovunque vadano;
- quelli che hanno sempre ragione, anche su argomenti in cui tu sei informatissimo;
- quelli che se non credi alla madonna allora sei un anti cattolico, e giudicano senza prima soffermarsi a pensare e o a chiederti in cosa credi tu;
- quelli che, siccome loro sono il parente più grande di età, sei sempre tu a doverli cercare…
…E per finire, dedico questo post alle persone che ti vogliono cambiare a tutti i costi, e non riescono proprio ad accettarti per quello che sei.
lunedì 11 maggio 2009
Tra il dire e il fare
- sono riuscito a fondare l’associazione culturale senza scopo di lucro ConcretaMente,
- ho creato e pubblicato 24 video di informazione critica,
- ho partecipato a Break the Mafia,
- ho scritto ben 114 articoli su InformaReagire, 26 dei quali sono proposte concrete di azioni civiche (e una proposta di legge),
- ho creato lo Spazio Filosofico su Yahoo,
- ho organizzato da solo due eventi pubblici nel mio paese con il pretesto della lista civica, parlando di temi serissimi e nascosti dai media,
- ho fatto girare centinaia di mail di proposte che arrivavano a me, a tutti i miei contatti su blogger e youtube, oltre che ai conoscenti,
- ho stampato a spese mie decine di volantini sui condannati in parlamento, sui processi ad Andreotti o sui segreti dei rifiuti della mia zona.
In tutto questo, mi sono sentito dire che sono “bravo” da decine di persone che conosco di persona e/o che mi leggono.
Sapete in quanti hanno partecipato concretamente a tutto questo?
Sapete, poi, quante mail con catene di sant’antonio idiote ed inutili o fotografie o video superficiali mi sono arrivate?
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Al lettore l’ardua sentenza.
martedì 5 maggio 2009
Il 30 Maggio tutti a casa di Rò
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COME RAGGIUNGERMI?
Per chi viene col treno (da Roma o Ravenna, per esempio):
le stazioni più vicine a me sono Lodi o Treviglio, passerò io a prendervi (chi viene da Roma potrebbe organizzarsi per viaggiare insieme).
Per che vive in Lombardia: beh, vi spiego come raggiungermi e vi arrangiate! (p.s.: il treno che arriva a Treviglio parte da Milano Stazione Centrale o da Milano Lambrate, ed è comodissimo perché abito a 5 minuti da Treviglio).
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COSA SI MANGIA?
Soldi per mangiare fuori non ce n’è, come sapete, e cucinerò io.. quindi cominciate a leccarvi i baffi. Se per voi non è un problema, inoltre, dividiamo la spesa… ehm ehm…
COSA SI FA?
Parliamo. Non vi basta?!
PER DORMIRE?
Per dormire su c’è il letto matrimoniale e giù il divano, e potrei darvi anche i miei tappetini di lattice dello shiatsu, ma dovreste portarvi dei sacchi a pelo.
Chi vuole può venire già venerdi 29, ma sappiate che lavoro quindi fino alle 18.00 non ci sarò; sono libero fino a domenica 31, quindi chi vuole può restare a dormire anche sabato notte.
COME CONTATTARMI?
Chi non ha ancora la mia e-mail può utilizzare il link che c’è sul mio profilo.
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Il web ci ha fatto conoscere per quello che scriviamo, ora riusciremo a conoscerci di persona?
sabato 2 maggio 2009
Filosofia spicciola, e come cambierei il mondo.
Beetlejuice Beetlejuice Beetlejuice

E' tutto chiaro, ormai.
I calzini che spariscono, la caldaia che funziona un giorno sì e uno no, i documenti che metto con cura da parte e poi non sono più lì dove li ho messi..
Ho capito, i vecchi proprietari sono una coppia di sposini morti che ancora abitano qui ed stanno cercando di farmi scappare da questa cadsa (scsate gli errori di ortografia mi sta venendo mezza crisi mentre scrivo).
Prima o poi inviterò qualcuno di voi a cena... ma preparatevi, potrebbe accadere quanto segue...
venerdì 1 maggio 2009
Calzini
Ma dove diavolo sono finiti i loro doppi?
...
E' ufficiale: la mia lavatrice si nutre di calzini.