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mercoledì 9 marzo 2011

Sanità assassina

Devo denunciare un fatto per lasciare traccia; perdonate la pesantezza di questo post.

Da sei anni sto assistendo ad una tragedia annunciata; la sanità di Pavia, infatti, sta lentamente uccidendo mia madre, ed io non so più che fare per evitare il peggio.

Quando ebbe l’ictus, è stata sbattuta – e non uso questo termine a caso – in una clinica fatiscente e piena di barriere architettoniche, senza farle fare la dovuta riabilitazione; come risultato, a distanza di cinque o sei anni (non ricordo la data) mia madre ancora non riesce ad aprire una mano e zoppica.

Primavera del 2010, la prima grande beffa: tolgono la pensione di invalidità a mia madre, invalida al 100%, che in quel periodo fra l’altro è proprio all’ospedale per una caduta dovuta alla sua difficoltàdi muoversi; è un “errore” d’ufficio, secondo il quale mia madre non ha più diritto all’invalidità per “simulazione” della stessa.
Cioè, mia madre ha un occhio che se n’è andato per i cazzi suoi, un braccio rannicchiato e la mano chiusa, la gamba semiparalizzata, e secondo il genio della commissione d’invalidità che ha fatto il controllo (ho il suo nome ovviamente) mia madre “simula” di star male.

L’assurdità sta nel fatto che mia madre riceve questa bella notizia senza il minimo preavviso, e si trova di punto in bianco senza indennità di accompagnamento; il suo destino è vivere con soli 240,00€ di pensione minima.

La causa per la rassegnazione dell’invalidità si terrà fra un mese, a distanza di un anno. Intanto, durante quest’anno mia madre ha vissuto di stenti.

A fine ottobre 2010, imbottita di psicofarmaci, cade di nuovo questa volta rompendosi il femore, all’altezza dell’osso del bacino; la gamba è proprio quella colpita dall’ictus.

Beh, viene portata al San Matteo di Pavia dove rimane per un mese senza che nessuno la operi; pare ci sia rischio di una impossibile riabilitazione.
Dopo questo mese di letto, viene trasferita dov’è ora, al Santa Margherita sempre di Pavia.
Anche lì mi dicono che non si può operare, ma vogliono provare a fare un po’ di riabilitazione.

Io a Gennaio mi sono attivato per farla trasferire in una clinica vicino casa mia, così almeno potevo andarla a trovare perché.. fino a 1 mese fa non avevo la macchina…
Loro mi dicono “No no, la lasci qui, la teniamo noi, vediamo se si sistemano le cose…”.
Io sento subito puzza di bruciato ma non essendo medico cos’altro posso fare se non fidarmi?

Passa il tempo e, a metà febbraio 2011, mi chiamano dall’ospedale per darmi “UNA BUONA NOTIZIA”.
Mi si presenta una relazione scritta di una dottoressa del reparto, la quale spiega che l’operazione per la protesi si può fare, ma c’è un rischio dell’80% di nuova lussazione durante la riabilitazione.
Mi si dice, con tanto di testimone presente al colloquio, che se un parente da la propria autorizzazione, loro procedono.
Io dico subito di sì, perché la speranza di un intervento è meglio che l’aspettativa di stare a letto tutta la vita.

Corro da mia madre, e le dico “che bello, ti operano! Guarda che poi devi impegnarti eh!.
Lei, dopo 3 mesi di letto, con una gamba spezzata senza gesso ne’ fasciature, finalmente ha un bagliore di speranza.

Passa una settimana e…

Mi richiama la caporeparto, per darmi “UNA CATTIVA NOTIZIA”.
La dottoressa che aveva redatto la relazione secondo cui si poteva operare, ha potere di redigere relazioni, ma in realtà non ha potere decisionale; il suo superiore, infatti, non si prende la responsabilità di operare mia madre.

In parole povere, ci hanno dato una speranza inutile.
Secondo voi, con quale stato d’animo ho dovuto spiegare a mia madre che quello dell'operazione era tutto uno scherzo?
E come l’ha presa lei?
Una donna di soli 59 anni che, per una banale frattura al femore, si sente dire che rimarrà a letto paralizzata tutta la vita.
E, non potendo proprio muoversi, vogliono chiuderla in un istituto, perciò le vogliono anche togliere la casa che le è stata affidata (dopo mie battaglie di anni).

Mi sto sbattendo in altri ospedali per trovare un medico che la curi.
Passo pomeriggi interi in corsie d’ospedale dove nessuno mi sa dare una risposta, passo ore al telefono sapendo che prima o poi finirò i soldi per chiamare.
Faccio centinaia di chilometri (crema-pavia avanti e indietro) spendendo un patrimonio in benzina e, soprattutto, con la mia epilessia latente.

A metà aprile il Santa Margherita dimetterà mia madre per decorrenza dei termini.
Lei è ferma su un letto con un femore spezzato e la gamba in una posizione disumana (quando ho alzato il lenzuolo per guardargliela, stavo svenendo, ma ho fatto finta di niente e sono corso in bagno a sciacquarmi il viso) da 4 mesi, e nessun intervento è stato fatto; non un’ingessatura, una fasciatura, un minimo di riabilitazione e, soprattutto, non è stata operata, cosa che andava fatta entro pochi giorni dall’incidente.

Da tre giorni sono entrato in contatto con un medico dell’ospedale di Treviglio, che vuole “dare un’occhiata” alla documentazione clinica. Da quando l’ho sentito, lunedi, non riesco più a trovarlo e sto passando le ore così, all’ospedale o al telefono.

Se questo medico non darà risposta positiva, proverò a Crema, poi a Milano, non so.

Non so che fare.

Ho un solo mese di tempo e poi mia madre dove va conciata così? se solo mi avessero detto con certezza già 4 mesi fa che NON l’avrebbero operata, almeno avrei avuto più tempo per cercare altre soluzioni, ma ora sono con l’acqua alla gola.

Questa è la cronaca fedele della situazione, ed eviterò il mio commento sulla sanità; commento che, adire il vero, è riassunto nel titolo di questo post.

Dico solo che mi sento impotente, pieno di rabbia, triste, perché so come finirà questa vicenda; mia nonna, madre di mia madre, ha vissuto la stessa identica situazione e, alla notizia che non l’avrebbero operata, s’è buttata dal 4 piano.

Mia madre mi ha già avvisato.
Non passerà i suoi prossimi 30 anni su un letto.


3 commenti:

Prisma ha detto...

Mamma mia, Rò... è agghiacciante... mi viene da piangere...

Ti abbraccio forte, anche se so che non serve a niente. Vorrei tanto che il tuo impegno venga presto premiato e che tu possa incontrare finalmente un medico con la luce negli occhi che voglia prendersi cura di tua madre come merita.

liberoPensieRoberto ha detto...

Carissima,
sto impazzendo solo per parlare con qualcuno da più di una settimana.
L'altro ieri ho atteso in corridoio del reparto ortopedia di Treviglio ben 2 ore e 40, e alla fine mi hanno detto di andare che il dottore era andato a casa........

Domani mattina ne vedo uno di Crema, anzi è proprio il primario di ortopedia, vediamo.

anche a me viene da piangere.
Per quanto non amassi più mia madre come anni fa, vederla lì, con una gamba devastata, la mano chiusa, una pupilla che guarda altrove, mi spezza il cuore.
Mia mamma è sempre stata una donna molto bella, ora è inguardabile.

:(

Rita ha detto...

Sembra un film,un brutto film.
Ma siamo arrivati a questo punto di menefreghismo????
AIUTO!
Vorrei e desidererei una soluzione Rò,ti auguro che seppure con tutta questa fatica e questo peso della situazione tu riesca a trovarla o chi per te.
Con estremo affetto e partecipazione.