Lottate contro qualcosa.
Avete tutti un nemico su cui riversare la vostra rabbia, su cui scaricare la vostra vendetta personale, mascherata di grandi ideali.
Se c’è il razzista, c’è chi lotta contro il razzista; se c’è l’ateo, c’è chi lotta contro gli atei.
Se c’è il pensatore, a morte i pensatori; se c’è il semplice, cancelliamo i semplici.
Questa fottuta voglia di affermare la propria identità e distinguerla da quella degli altri, è l’unica vera causa delle diversità. Quando scompare la pretesa d’essere diversi, scompare la diversità, ma questo non lo capite e continuate a trincerarvi dietro le vostre bande di stoffa colorata.
Ed io, col mio sgomento, guardo tutta questa follia.
Siete capaci di odiare chi vi odia, e vi sfugge il senso generale del tutto.
Se poteste vedervi dall’alto, tirare una riga nera verso chi odiate ed una bianca verso coloro per cui riservate la vostra benevolenza… ditemi, di che colore sarebbe l'intera maglia della vostra emotività?
La mia era nera, lo ammetto, la mia era così nera che non vedevo più nulla.
La vostra smania d’appartenenza è così forte che trascina chiunque vi circondi, perché è questo il vostro gioco: o con me, o contro di me.
Non piangi davanti a foto di bambini africani col pancino tutto gonfio? Sei un idiota insensibile.
Non vuoi più aderire ad iniziative contro l’omofobia? Lo sapevamo che, in fondo, anche tu sei omofobo.
Hai smesso di amare la tua famiglia? Sei un cinico bastardo.
Sì, è così che fate.
Costruite perimetri perfetti, ma non vi limitate a metterci il vostro culo dentro, no, voi applicate i vostri progetti mentali alle vite altrui, e pretendete che il vostro metro di valutazione sia universalmente riconosciuto.
Per questo create associazioni d’appartenenza: per trovare chi ha perimetri che combaciano coi vostri, così non dovete faticare per vivere.
E, intanto, l’odio circola. Viaggia indisturbato come una leggera coltre di nebbia che rimane bassa, e che ormai avete smesso di notare, perché vi siete assuefatti.
Odiate e la cosa peggiore è che non ve ne rendete neanche più conto.
Io vi guardo, ma senza provare compassione; ho semplicemente smesso di turarmi il naso, ora sento fortissimo il puzzo di quella leggera nebbia, ed ho un gran bisogno di ossigeno puro.
La maglia dei miei rapporti emozionali si assottiglia e si dirada, e perde lentamente il suo colore, poiché non è odio ne’ amore ciò che mi lega all’essere umano; è il senso di appartenenza al tutto.
Sento ogni mio atomo, so con certezza che dall’universo giunge, e so con certezza che per voi è lo stesso.
Quando smetterete di pensarvi unici, capirete che è dal nucleo delle stelle che vengono gli atomi di cui siamo fatti.
Solo, è difficile farvelo capire, ed allora vi lascio crogiolare nella vostra nebbia di falsi ideali e lotte d’appartenenza.
Del resto, anche senza il mio noioso ed impudente punto di vista sull’inutilità dell’odio, state andando benissimo verso la vostra sicura meta.
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