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C’è un prezzo da pagare?
Sì, c’è sempre un prezzo.
Qualunque cosa tu faccia, provochi sempre una reazione. È come il battito d’ali della farfalla che fa nascere gli uragani.
Chiamarle “punizioni” odora di senso religioso del dovere, cosa al quale sono decisamente distante, quindi le chiamerei semplicemente “conseguenze”.
I furbi, quelli che popolano il pianeta, sono convinti di poter agire di nascosto, per evitare conseguenze, ma… come diceva il giovane principe danese, di nero vestito? “fosse tutta la terra del mondo lì a coprirli, i delitti vengono sempre allo scoperto”.
C’è un prezzo da pagare per stare bene. Non ci è consentito la scelta univoca “faccio questo perché mi fa stare bene “, ma c’è sempre una contropartita da valutare: “faccio questo perché mi fa stare bene, però mi tocca rinunciare a quest’altro, a cui tengo tantissimo”.
Non ci vedo alcun disegno divino in tutto ciò, nessun contrappasso dantesco, nessuna logica. È pura naturale vita. Prendi e lasci, vinci e perdi.
Il “vinci e basta” è universalmente squilibrato.
Quindi, fratello, se stai giorni e giorni a valutare cos’è meglio salvare, potresti benissimo andartene a fare quello che più ti aggrada, e lasciare che la capra mangi i cavoli, per poi essere mangiata dal lupo.
Oh, certo. Salviamo la capra. Ma ‘sta maledetta capra non ce l’ho messa io lì sul fiume, e posso anche vivere senza cavoli che, fra l’altro, mi disturbano l’intestino crasso.
E il lupo? Perché mai lasciarlo a digiuno?
Lo so io perché. Il lupo è il cattivo da punire. Colui da evitare.
Lo sfigato che salta sempre il pasto, insomma.
Crepi il lupo. In bocca al lupo.
La nostra cultura è intrisa di simbologia fasulla e faziosa. Buoni da una parte, cattivi dall’altra.
Così chi lascia è il carnefice, chi viene lasciato è la vittima.
Che cazzata colossale.
Ed io sono perfino obbligato ad auto convincermi che, certe conseguenze, siano proprio una punizione al quel mio battito d’ali, che ha scatenato chissà quali uragani.
Eh no, si tratta solo di conseguenze, l’ho già detto.
Comunque, volevo parlare d’amore in questo post, non so perché m’è uscito tutto ‘sto veleno.
Sì, c’è sempre un prezzo.
Qualunque cosa tu faccia, provochi sempre una reazione. È come il battito d’ali della farfalla che fa nascere gli uragani.
Chiamarle “punizioni” odora di senso religioso del dovere, cosa al quale sono decisamente distante, quindi le chiamerei semplicemente “conseguenze”.
I furbi, quelli che popolano il pianeta, sono convinti di poter agire di nascosto, per evitare conseguenze, ma… come diceva il giovane principe danese, di nero vestito? “fosse tutta la terra del mondo lì a coprirli, i delitti vengono sempre allo scoperto”.
C’è un prezzo da pagare per stare bene. Non ci è consentito la scelta univoca “faccio questo perché mi fa stare bene “, ma c’è sempre una contropartita da valutare: “faccio questo perché mi fa stare bene, però mi tocca rinunciare a quest’altro, a cui tengo tantissimo”.
Non ci vedo alcun disegno divino in tutto ciò, nessun contrappasso dantesco, nessuna logica. È pura naturale vita. Prendi e lasci, vinci e perdi.
Il “vinci e basta” è universalmente squilibrato.
Quindi, fratello, se stai giorni e giorni a valutare cos’è meglio salvare, potresti benissimo andartene a fare quello che più ti aggrada, e lasciare che la capra mangi i cavoli, per poi essere mangiata dal lupo.
Oh, certo. Salviamo la capra. Ma ‘sta maledetta capra non ce l’ho messa io lì sul fiume, e posso anche vivere senza cavoli che, fra l’altro, mi disturbano l’intestino crasso.
E il lupo? Perché mai lasciarlo a digiuno?
Lo so io perché. Il lupo è il cattivo da punire. Colui da evitare.
Lo sfigato che salta sempre il pasto, insomma.
Crepi il lupo. In bocca al lupo.
La nostra cultura è intrisa di simbologia fasulla e faziosa. Buoni da una parte, cattivi dall’altra.
Così chi lascia è il carnefice, chi viene lasciato è la vittima.
Che cazzata colossale.
Ed io sono perfino obbligato ad auto convincermi che, certe conseguenze, siano proprio una punizione al quel mio battito d’ali, che ha scatenato chissà quali uragani.
Eh no, si tratta solo di conseguenze, l’ho già detto.
Comunque, volevo parlare d’amore in questo post, non so perché m’è uscito tutto ‘sto veleno.
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Ah, ecco perché: volevo parlare d’amore.
Ah, ecco perché: volevo parlare d’amore.
4 commenti:
Ciao Carissimo Paolo,
unitamente al tuo giusto razionale dire, vorrei sommarmi con i miei pensieri.
Difficile anche al mio cuore è dare delle spiegazioni assai razionali e logiche di una inconsapevole verità che mi dice che viviamo tutti in un mondo che benché chiamiamo reale, tangibile, comprendibile, toccabile, e sensibile per la nostra mente, nella vera essenza è una realtà virtuale di una realtà ancora più grande che come in un film, proietta in una illusoria tela tridimensionale sia le immagini animate, sia la storia che trapassa continuamente assieme agli attori, ai spettatori e ai veri registi che la creano da un piano più elevato con una mente superiore.
Ieri i grandi saggi di tutto il mondo parlavano di Maya e di Illusione, oggi la scienza superiore ci dice che nel tutto di quella vera realtà l’universo manifesto è un bel ologramma in cui noi percepiamo solo il 5% come d'altronde usiamo solo il 10% delle nostre facoltà. Ma, l'essere umano oltre a vivere in questo mondo assai materialistico e assai relativistico può elevarsi oltre quelle naturali limitazioni imposte dalla natura, dalla vita biologica governata da una immutabile legge di causa/effetto, continuamente oscillante e bilanciata da contrapposte forze duali che si alternano in uno spazio/tempo tridimensionale.
Può elevarsi , trascendendo la mente, attraverso il sentire, attraverso il percepire, attraverso l'intuire per capire che si è qualcosa di più grande rispetto a quello che ci hanno imposto ed indotto a credere, basta connettersi e focalizzarsi con il cuore, e nulla di più. Perché ogni attore è anche lo spettatore come è il vero regista che interpreta una sua parte che non è sua in una storia di vita.
SIAMO CIO’ CHE ABBIAMO SCELTO DI ESSERE PERCHE’ ANCHE QUESTO CELATAMENTE E INCONSAPEVOLMENTE CI AIUTA A CRESCERE INTERIOLMENTE.
Con Tanta Stima e Ammirazione
Affettuosamente
Raffaele
Ma porca miseria tesoro, com'è che meno voglio parlare di spiritualità e più tu mi ci tiri dentro?
Tra l'altro, sei tra i rarissimi ai quali scrivo, nonostante loro non lo facciano!
(TIE'!)
Dunque...
La spiegazione ce l'ho.
ma già so che ci credo solo io, i buddisti e qualche psicologo.
Trattasi di rapporto tra CAUSA ed EFFETTO.
Ma parliamo d'amore.....
e parliamo della tua ira.
Ti posso dire che ti capisco alla grande?
Tolta la teologia, spicciola o meno, sai che penso?
Che se non va, non va!
triste come conclusione.
Ma se appena ti muovi scateni uragani o se ti ostini per quella direzione tutto appassisce....vuol dire che devi cambiare continente!!!!
Questo non è da prendere in considerazione secondo te?
PS: ma quanta ragione c'è in questo post!!!!
Gli uragani arrivano perchè li chiami tu, ti punisci da solo ... è la tua morale a farlo. Infatti i bastardi senza scrupoli la passano quasi sempre liscia proprio perchè si augurano le cose giuste.
A te serve tanta tanta tanta endorfina, l'antidroga che guarisce tutti i mali!
Bak
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