Avevo scritto, tempo fa, che più sono nella merda e più mi viene da fare battute di spirito (citare me stesso mi esalta).
Scriverò, dunque, un post pieno di battute.
Anzi, già che ci sono scrivo uno spettacolo intero.
Di cosa parlerò? Vediamo...
Di soldi? Naaaa...
Di lavoro? Naaaa...
Di crisi? Naaaa..
Per questi argomenti ci pensano già altri a fare battute splendide. Sono così zelanti che ultimamente ci fanno sopra perfino dei decreti legge.
Scriverò, dunque, un post pieno di battute.
Anzi, già che ci sono scrivo uno spettacolo intero.
Di cosa parlerò? Vediamo...
Di soldi? Naaaa...
Di lavoro? Naaaa...
Di crisi? Naaaa..
Per questi argomenti ci pensano già altri a fare battute splendide. Sono così zelanti che ultimamente ci fanno sopra perfino dei decreti legge.
Parlerò di relazioni amorose.
...
.....
Se siete ancora qui a leggere, e non avete spento il pc per andare a mangiare nutella con le mani, vuol dire che siete anche voi disperati, e cercate una parola di conforto.
Che io, ovviamente, non vi darò.
Le relazioni amorose sono quanto di peggio l’uomo abbia architettato per rovinarsi l’esistenza. Sono una fonte inesauribile di sorprese sgradevoli, di battibecchi inutili, di incazzature facili e di errori.
Insomma: chi ce lo fa fare?
Alcuni di noi ragionano col basso ventre; alla domanda “chi te lo fa fare”, quindi, è meglio che non rispondano. Basta un gesto.
Altri ragionano con la pancia, infatti rispondono al volo “sono i sentimenti che mi spingono a stare in coppia”. Questo, però, non è l’angolo del piccolo romantico, quindi meglio che questi cambino blog.
Altri ancora rispondono con la testa “è giusto cercare di vivere in coppia, è logico ed è nella nostra natura”; anche vomitare è nella nostra natura, non per questo vado in giro con una bacinella legata al collo.
(Bacinella-partner è un accostamento azzardato, ma questo non è un trattato di filosofia quindi faccio quello che mi pare)
Alcuni di noi ragionano col basso ventre; alla domanda “chi te lo fa fare”, quindi, è meglio che non rispondano. Basta un gesto.
Altri ragionano con la pancia, infatti rispondono al volo “sono i sentimenti che mi spingono a stare in coppia”. Questo, però, non è l’angolo del piccolo romantico, quindi meglio che questi cambino blog.
Altri ancora rispondono con la testa “è giusto cercare di vivere in coppia, è logico ed è nella nostra natura”; anche vomitare è nella nostra natura, non per questo vado in giro con una bacinella legata al collo.
(Bacinella-partner è un accostamento azzardato, ma questo non è un trattato di filosofia quindi faccio quello che mi pare)
Quelli come me, invece, rispondono ad alta voce “NON LO SO”.
Dai, provate a chiedermi “ma chi te lo fa fare?”
NON LO SO.
Appunto.
È bello stare in due, per le prime cinque ore. Poi lo stare in due si trasforma in una specie di incubo.
Una sabbia mobile, che ti tira giù in qualunque direzione provi a muoverti..
Qualunque cosa tu faccia, diventa improvvisamente un gesto sgarbato nei confronti del partner, anche se fai quella cosa da sempre.
Qualunque cosa tu non faccia, beh, poteva essere fatta.
Qualunque frase dirai verrà analizzata nei cinque giorni successivi, mentre tu l’hai dimenticata 30 secondi dopo averla pronunciata.
Qualunque tua iniziativa carina verrà ingigantita, e senz’altro fraintesa; a questo punto, però, ogni tentativo di ritorno alla normalità verrà preso come una fuga, un gesto da vigliacchi..
Non ci saranno più momenti liberi.
Davvero liberi.
Cioè liberi senza poi dover essere giustificati.
“avevi il telefono spento!” “eh sì” “e perché?” “non volevo sentire nessuno” “nemmeno me?”... perché nessun partner potrà mai accettare che fra quel “non volevo sentire nessuno” è incluso anche lui...
Ti incazzerai, vorrai chiudere la storia nascente prima che diventi una gabbia di acciaio per squali, ma.. a questo punto sei pure un/una stronzo/a.
Non c’è via di scampo.
“avevi il telefono spento!” “eh sì” “e perché?” “non volevo sentire nessuno” “nemmeno me?”... perché nessun partner potrà mai accettare che fra quel “non volevo sentire nessuno” è incluso anche lui...
Ti incazzerai, vorrai chiudere la storia nascente prima che diventi una gabbia di acciaio per squali, ma.. a questo punto sei pure un/una stronzo/a.
Non c’è via di scampo.
La vita di coppia è come la bocca del pesce Siluro del Po: se ci entri non puoi più uscire, perché migliaia di dentini riversi ti spingeranno verso lo stomaco, lentamente...
Beh, c’è solo un modo per non finire dentro la pancia di un Siluro, come un piccolo pesciolino del Po: nuotare nell’Adda.
Beh, c’è solo un modo per non finire dentro la pancia di un Siluro, come un piccolo pesciolino del Po: nuotare nell’Adda.
Nessun commento:
Posta un commento