Ero stanco, nervoso, avevo mangiato una piadina rovente cacciandomela in bocca in tutta fretta, ustionandomi col formaggio fuso che s'era attaccato alle labbra.
Avevo passato un lunghissimo pomeriggio fra treno e auto, attraversando mille e mille emozioni, di ogni genere. Avevo sonno, cominciava a fare fresco, e mi chiusi nella mia giacchetta di nylon.
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Preso dallo sconforto, in attesa che il treno arrivasse, solo e seduto su una panchina rigida e fredda, imprecavo in mille lingue, sentivo i dolori della schiena riaffiorare e avevo percezioni di assenze dovute all'epilessia. Mi aspettava ancora un viaggio di due ore per rimettere piede nella mia dolce casetta. Due ore: troppo tempo. Al diavolo. Vorrei il teletrasporto.
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Evidentemente, straparlavo.
..
Poi...
Alzo lo sguardo al cielo, e come una manna misericordiosa mi compare davanti questo cartello:
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Sono scoppiato a ridere, quel cartello m'apparve come una fantastica allegoria fallica, messa lì da qualche buontempone.
Ho preso la macchinetta e l'ho fotografato.
Subito dopo è arrivato il treno.
Erano le 21.40, ed un uomo solo, l'unico alla stazione di Piadena, saliva lentamente sulla carrozza, con un gran mal di schiena, ed un sorriso stupido stampato sul viso.
2 commenti:
simpaticissima la foto- ma che cartello è?
Buona serat
Teoricamente, la foto indica l'ufficio in cui si possono fare i biglietti;
sempre teoricamente, quella riga orizzontale ambigua è in banco dietro il quale lavora il bigliettaio...
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