..eppure devo averla messa qui.
No, qui non c'è. Maledizione a me e al mio disordine. Poi finisce che devo richiederne una nuova, ma non posso, è già la terza volta che la perdo.
Piuttosto non voto.
E' una questione di principio.
Ah, eccola. Bella, nuova. L'ho usata l'anno scorso per le politiche ma poi l'ho conservata nel faldone. In questi mesi avevo seriamente pensato di bruciarla, in un piccolo rito pagano dedicato al dio dell'anarchia, ma poi mi son detto che senza la mia scheda elettorale non mi sarei sentito un vero cittadino.
Vado.
La scuola è carina, ma appena mi avvicino vedo piazzati ai vari angoli gli uomini delle varie liste.
Mi salutano tutti con larghi sorrisi, probabilmente tutti pensano che io stia dalla loro parte; non è colpa mia se qui scambiano il dialogo per il servilismo.
Entro, ma sbaglio subito stanza. Mi scuso, e mi imbocco nella stanza giusta.
Do il mio documento al ragazzo del seggio, e gli dico "mi raccomando non faccia vedere la foto in giro"; scoppiano a ridere, gli altri, e lui puntualmente apre la patente e fa vedere la mia foto a tutti, dicendo "beh, non è così male".
Mi da le schede, tre.
Sono dentro alla mia postazione, ma non so come tenere in mano tre schede aperte; poi ne apro una che tengo ferma con la mano destra, mentre col gomito sinistro tengo le altre due.
Voto.
Io voto, tre cose diverse per le tre elezioni, comunali, provinciali ed europee. Queste passeranno nella mia storia come il voto più schizofrenico.
Esco, saluto tutti, gli uomini delle varie liste mi guardano dritto negli occhi per cercare di capire se ho dato il voto a loro, poi tutti sorridono con quello sguardo tipo "bravo, hai dato il voto a me".
Me ne torno a casa.
Non so, ma ho come la sensazione di aver fatto qualcosa di importante.
La sensazione, però, svanisce in fretta.
No, qui non c'è. Maledizione a me e al mio disordine. Poi finisce che devo richiederne una nuova, ma non posso, è già la terza volta che la perdo.
Piuttosto non voto.
E' una questione di principio.
Ah, eccola. Bella, nuova. L'ho usata l'anno scorso per le politiche ma poi l'ho conservata nel faldone. In questi mesi avevo seriamente pensato di bruciarla, in un piccolo rito pagano dedicato al dio dell'anarchia, ma poi mi son detto che senza la mia scheda elettorale non mi sarei sentito un vero cittadino.
Vado.
La scuola è carina, ma appena mi avvicino vedo piazzati ai vari angoli gli uomini delle varie liste.
Mi salutano tutti con larghi sorrisi, probabilmente tutti pensano che io stia dalla loro parte; non è colpa mia se qui scambiano il dialogo per il servilismo.
Entro, ma sbaglio subito stanza. Mi scuso, e mi imbocco nella stanza giusta.
Do il mio documento al ragazzo del seggio, e gli dico "mi raccomando non faccia vedere la foto in giro"; scoppiano a ridere, gli altri, e lui puntualmente apre la patente e fa vedere la mia foto a tutti, dicendo "beh, non è così male".
Mi da le schede, tre.
Sono dentro alla mia postazione, ma non so come tenere in mano tre schede aperte; poi ne apro una che tengo ferma con la mano destra, mentre col gomito sinistro tengo le altre due.
Voto.
Io voto, tre cose diverse per le tre elezioni, comunali, provinciali ed europee. Queste passeranno nella mia storia come il voto più schizofrenico.
Esco, saluto tutti, gli uomini delle varie liste mi guardano dritto negli occhi per cercare di capire se ho dato il voto a loro, poi tutti sorridono con quello sguardo tipo "bravo, hai dato il voto a me".
Me ne torno a casa.
Non so, ma ho come la sensazione di aver fatto qualcosa di importante.
La sensazione, però, svanisce in fretta.
Una cosa mi è piaciuta davvero molto: la ragazza del seggio.
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2 commenti:
Guarda che cominci ad avere un chiodo fisso, lo sai che devi fare no?
scherzavo.. miiiiiiii
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