Visualizzazioni totali

giovedì 28 agosto 2008

Cos'è la satira (copiato da un testo di seconda elementare)

----
Cos’è la satira?

La satira è quella cosa che quando tu fai un’affermazione seria, anche drammatica, gli altri ridono così tanto da piegarsi su se stessi e l’indomani hanno gli addominali indolenziti, oppure quando tu inventi la prima boiata che ti passa per la testa, a scopo ironico, la gente ti prende sul serio, ti denuncia, ti censura, ti disprezza.

La satira è quella cosa che molti fanno finta di non capire e s’offendono, solo se è diretta a loro chiaramente; se vai da uno e gli dici “lo sai che la tua faccia piena di brufoli mi ricorda il culo di un armadillo?” quello se la prende a morte, ma se vai dallo stesso e gli dici “in pulman ho incontrato un vecchio così vecchio che aveva le rughe con il riporto da una guancia all’altra”, questo scoppia a ridere, curandosi poco dei diritti del vecchietto in questione.

La satira è molto utile se vuoi procurarti delle querele, ma la soddisfazione che ti prendi guardando un trombone bigotto e dicendogli che è simpatico come il mignolo del piede schiacciato sotto la porta.. eh.. non ha prezzo!

La satira è la satira è la satira.
(citazione colta)
(peccato che non ricordi di chi).

La satira si insinua dentro te e ti prende a tradimento; avrete sen’altro provato l’esperienza traumatica di dover trattenere con grande sforzo risate isteriche durante un funerale o una cerimonia serissima..
… guardi la bara, poi guardi la chiesa, poi guardi il prete, riguardi la bara.. poi pensi: qua ci farei un locale notturno, tipo chiesa sconsacrata di Basic Intinct, al posto del prete ci metterei Umberto Smaila con la giacca a brillantini che canta e suona la sua scassatissima pianola Bontempi, al posto dei chirichetti (o chierichetti?) le ragazze cin cin di Colpo Grosso (ah gli anni ’80!), con le tettine di fuori, al posto dei confessionali ci starebbero dei bei juke box, sangria a volontà nell’acquasantiera, e il morto lo metterei in una bara a forma di Ford Escort 1300 coupè, in compagnia di 5 bambole gonfiabili…
Improvvisamente, immerso fra il pianto dei falsi tristi (quelli che si presentano solo al funerale), le tue labbra a stento trattengono in risolino.. poi cominci a sudare freddo.. dai Roby non pretenderai mica di ridere qua.. guarda quella come cammina sembra un orsetto lavatore con la testa di quaglia.. cazzo Roby smettila, ti stanno guardando… che basette c’ha su il prete? Scommetto che di notte gira i night facendo l’imitazione di Elvis.. ochei Roberto tossisci un attimo, metti la mano sulla bocca, nasconditi che ti hanno visto…
E poi di corsa fuori dalla chiesa, sui gradini del sagrato a ridere a crepapelle.. mentre qualcuno in chiesa si gira, ti vede in lontananza e dice al vicino “guardalo, poveretto, è disperato e non trattiene le lacrime..”.

La satira aiuta ad esorcizzare il male ed il dolore: le risate che mi faccio quanto vedo Mons. Milingo che fa un esorcismo sono eclatanti.. “dù, Sadana!! bruddo mosdro esci da guesto gorbo, nel nome di gesù grisdo …”.

Forse la satira mi aiuta, nei momenti difficili, infatti sono più spiritoso quando le cose mi vanno un po’ storte; in questo periodo, poi, sono addirittura esilarante.

Tutti possono fare satira, mica bisogna essere dei comici, basta solo sapere analizzare bene le situazioni, i luoghi, conoscere un po’ le persone e, dopo aver maturato pensieri seri, trasformarli deformandone l’apparenza; tutto questo è possibile, per chiunque, ed è anche possibile dare dei messaggi reali, subliminali o espliciti.
Per esempio, io faccio satira su cose che vivo quotidianamente, come difficoltà sul lavoro, la mia epilessia, gli amori persi o i lutti passati, Luttazzi fa satira sulle notizie dal mondo, offrendo anche ottimi spunti di riflessione e informandoci di verità altrimen-ti “occultate”, Sabina Guzzanti, come Maurizio Crozza, fa satira politica (e lì di materiale ce n’è per secoli di battute, credo).

La satira credo non debba essere per forza super comica.. con la frase precedente mica mi metto al pari degli artisti nominati, è che penso della satira che ognuno possa fare la sua, per i fatti suoi, senza l’intervento o il giudizio di nessuno.
Un po’ come le pippe.

Concludo dicendo.. che… concludo… dunque per finire… eeehm…
secondo voi sono obbligato a scrivere la conclusione?

2 commenti:

Kat ha detto...

la scena del funerale è ultracinica...

grande!!

liberoPensieRoberto ha detto...

ehm..sì.. ho premuto un po' troppo sul gas?

e chi può dirlo.

Le battute migliori mi verranno fuori al mio di funerale.. lì ci sarà da pisciarsi letteralmente sotto dalle risate!
Credo che farò uno spettacolo di satira sui miei parenti, là nell'aldilà. Ho cominciato a raccogliere materiale su loro da quando in clinica, il giorno che sono nato, mio padre disse a mia madre "te l'avevo detto che bucherellare i preservativi era il metodo peggiore per aumentare l'attrito del mio pene.".
Ora che ci penso devo cominciare a cercare qualche sponsor che mi finanzi il progetto..
qualche idea?