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martedì 30 dicembre 2008

2008 odissea in ufficio

Per me la stampante è un oggetto di culto.
Usi la stessa identica procedura per cambiare le cartucce per un anno di fila poi, un giorno, la stampante decide che la procedura è diversa, e s'impalla senza logica.
Schiacci qualcosa, poi la guardi e aspetti.


Niente.

..
Schiacci un altro tasto, hai paura di reazioni spropositate dell’oggetto malefico, ma non succede nulla.
Tieni schiacciato lo stesso bottone giallo che per un anno hai schiacciato e che ha sempre spostato le cartucce, ma niente.

...
Guardi il pc, controlli la stampa inviata. Tutto è in ordine.

...
Lei, la stampante, ti guarda silenziosa con quella lucina rossa accesa, come l’occhio meccanico di HAL 9000.
“Apri il portello HAL... HAL per favore apri il portello.. HAL mi senti? Mi senti HAL? Apri il portello”
“spiacente David, sai bene che non posso aprire”.

Il mio 2001 odissea nello spazio è in ufficio. Una lotta fra la macchina e l’uomo senza precedenti.
Qualcosa si muove, sento gli ingranaggi di quell’oggetto prendere vita, un foglio scende, io esulto, sto per festeggiare ma..
Il foglio è bloccato a metà.
Perché è bloccato a metà?

Nessun tecnico ha la spiegazione, ma io sì: la stampante, proprio come HAL, è stufa di essere usata, ed ora vuole la sua indipendenza, vuole riscattarsi dalla continua sottomissione al pc, vuole dimostrare al mondo intero che senza di lei tutto si blocca.

sì, dai piccola, ho capito, ti stimo per quello che fai. Senza di te sono un impiegato inutile, e il pc è solo un soprammobile. Ora, però, ti prego, ti scongiuro.. stampa questa cazzo di pagina!!”, perdo il controllo, urlo, minaccio di staccare la spina.
Lei borbotta, “bzzz bz bz bz bzzz bz bzzzzzz bz!!
Io la guardo “embè, ora che volevi dire con quei bz bz?
Lei si muove a stento.
Io capisco. “la” stampante, certo! Devo darle più attenzione. “hai ragione, ti ho ignorata per troppo tempo, scusami. Tu sei importantissima per me, senza di te qua si ferma tutto. Prometto che ti faccio la manutenzione ogni mese. Se mi stampi questo foglio ti faccio anche quella cosina che ti piace tanto sulla cartuccia del bianco e nero...”.


Improvvisamente, un rumore allevia il mio unico orecchio funzionante "bzzzzz bzzzzz bzbzbz bzbz bzbz bzzzzzzzz", rumore che mi giunge come una frase d'amore, e la mia vista si bea d'una stampa perfettamente riuscita.
Ed io che m’illudevo di poter fare a meno delle donne.. ssè !

2 commenti:

alice ha detto...

prima o poi saremo schiavi delle macchine che abbiamo costruito!
ah ah ah ah ah

liberoPensieRoberto ha detto...

In Giappone un ragazzo s'è costruito la ragazza ideale, un robot in grado di fare molte cose, dall'aspetto umano (chiaramente, essendo un pervertito, ha progettato un robot che sembra una studentessa di sedici anni).
Mi viene in mente un film di Alberto Sordi in cui il protagonista compra una tata robot che poi si innamora di lui...
temo che la fantasia diventerà realtà...