Sui vecchi muri di una civiltà ormai scomparsa,
ho visto strani disegni,
riproduzioni d’immagini su materiale vitreo,
su pietre,
su tele ancora ben conservate.
Qualcosa è accaduto al mio cervello meccanico,
varie immagini venivano trasmesse ai miei occhi;
però, che strano, non tutte derivavano dalla mia
memoria visiva acquisita e programmata.
Immensi spazi di colore verde, morbidi e non uniformi,
piccoli corsi d’acqua nei quali guizzavano
esseri oblunghi e lucidi.
Indefinite forme di vapore nel cielo.
Ed io, in posizione orizzontale, giacevo su
ciò che secoli fa chiamavano “TERRA”.
D’IZZIA ROBERTO (15/01/2005, ORE 15.25; da un vecchio appunto del 2002)
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