Un piccolo rumore lo fece svegliare.
Aprì gli occhi, rimase senza fiatare per qualche secondo, in silente concentrazione, poi ripose stancamente il capo sul cuscino.
Il rumore, però, era tornato e, nel silenzio della notte, era fin troppo chiaro per non capire che si trattava di passi.
Il suo cuore cominciò ad accelerare, il buio intorno accresceva la sua claustrofobia – maledetta persiana, non dovevo chiuderti – e fu presto preso da un attacco di panico.
I passi erano ormai nella sua stanza.
Si fermarono, i passi, e l’uomo ormai impietrito dal terrore sentì qualcuno salire sul suo letto.
Non aveva più voce, le grida gli si bloccarono in gola, e per un istante pensò di essere già morto.
L’oscuro ospite lo afferrò alla gola, stringendo la sua carotide con una presa micidiale; l’uomo sconvolto sentì a poco a poco affievolire le sue forze. Stava perdendo i sensi.
Raccolse tutta la forze che gli era rimasta per strattonare l’oscuro carnefice, e riuscì a strappargli quello che, al tatto, pareva essere un passamontagna. Eppure, l’oggetto strappato con le ultime forze dal viso del carnefice, al tatto sembrava fatto di gomma, e non lana, e su per il suo braccio cominciò a colare un liquido caldo.
Ci fu una colluttazione, breve e violenta, e l’uomo che pochi istanti prima dormiva serenamente, venne scaraventato a terra. Con un balzo saltò verso il comò, e fece per accendere la luce della stanza.
Il letto apparve pieno di sangue, mentre sopra vi giaceva un uomo vestito esattamente come lui, totalmente insanguinato, e senza faccia.
Aprì gli occhi, rimase senza fiatare per qualche secondo, in silente concentrazione, poi ripose stancamente il capo sul cuscino.
Il rumore, però, era tornato e, nel silenzio della notte, era fin troppo chiaro per non capire che si trattava di passi.
Il suo cuore cominciò ad accelerare, il buio intorno accresceva la sua claustrofobia – maledetta persiana, non dovevo chiuderti – e fu presto preso da un attacco di panico.
I passi erano ormai nella sua stanza.
Si fermarono, i passi, e l’uomo ormai impietrito dal terrore sentì qualcuno salire sul suo letto.
Non aveva più voce, le grida gli si bloccarono in gola, e per un istante pensò di essere già morto.
L’oscuro ospite lo afferrò alla gola, stringendo la sua carotide con una presa micidiale; l’uomo sconvolto sentì a poco a poco affievolire le sue forze. Stava perdendo i sensi.
Raccolse tutta la forze che gli era rimasta per strattonare l’oscuro carnefice, e riuscì a strappargli quello che, al tatto, pareva essere un passamontagna. Eppure, l’oggetto strappato con le ultime forze dal viso del carnefice, al tatto sembrava fatto di gomma, e non lana, e su per il suo braccio cominciò a colare un liquido caldo.
Ci fu una colluttazione, breve e violenta, e l’uomo che pochi istanti prima dormiva serenamente, venne scaraventato a terra. Con un balzo saltò verso il comò, e fece per accendere la luce della stanza.
Il letto apparve pieno di sangue, mentre sopra vi giaceva un uomo vestito esattamente come lui, totalmente insanguinato, e senza faccia.
Il padrone di casa rimase scioccato quando, guardando la mano che ancora stringeva l’oggetto grondante di sangue, si accorse di aver strappato il volto al suo aggressore.
Il suo stesso volto.
Urlò con tutta l’aria che gli restava nei polmoni, ed a quel punto, si risvegliò.
La stanza era illuminata dalla televisione ancora accesa, ed egli decise di andare a sciacquarsi il viso.
Raggiunto il catino, affondò la testa nell’acqua fredda, e poi si guardò allo specchio; non c’era il minimo segno di colluttazione, ed egli tirò un sospiro di sollievo -uno stupido incubo! -
Tornando in camera, però, accese la luce principale, ed una scena agghiacciante lo inorridì: il suo letto era totalmente intriso di sangue e, per terra, giaceva un corpo esanime.
Non aveva bisogno di farsi delle domande, e non volle guardare da vicino quel corpo, perché già sapeva cos’era accaduto: aveva appena ucciso se stesso, strappando con violenza la propria identità.
Il suo stesso volto.
Urlò con tutta l’aria che gli restava nei polmoni, ed a quel punto, si risvegliò.
La stanza era illuminata dalla televisione ancora accesa, ed egli decise di andare a sciacquarsi il viso.
Raggiunto il catino, affondò la testa nell’acqua fredda, e poi si guardò allo specchio; non c’era il minimo segno di colluttazione, ed egli tirò un sospiro di sollievo -uno stupido incubo! -
Tornando in camera, però, accese la luce principale, ed una scena agghiacciante lo inorridì: il suo letto era totalmente intriso di sangue e, per terra, giaceva un corpo esanime.
Non aveva bisogno di farsi delle domande, e non volle guardare da vicino quel corpo, perché già sapeva cos’era accaduto: aveva appena ucciso se stesso, strappando con violenza la propria identità.
3 commenti:
mannaggia, scrivi troppo, è difficile starti dietro...per la passione , si capisceanche da qui che ce la metti. Per il racconto dark e gotico, dipende se te lo sei inventato o lo hai trascritto. Se te lo sei inventato consiglierei una sedutina da uno bravo, nel senso che non vorrei fosse premonitore! Ciao!
LO HAI TRASCRITTO ?????????
ma scusa, non lo sapevi che sono uno scrittore di racconti noir?
Ho scritto 5 racconti brevi dell'orrore, e il mio unico SOMMO maestro è Edgar Alla Poe.
Se vuoi te li giro...
Bravo, breve ma intenso!
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