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martedì 28 luglio 2009

Il tocco di Morfeo

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Il sogno non è che un’ombra, diceva il giovane principe danese di nero vestito; il sogno, non è che un’ombra.
Lo stupido e bugiardo amico Rosencrantz allude alle ambizioni come l’ombra di un’ombra, ma temo si sbagliasse: i sogni sono tutt’altro che ambizioni.
Temo che i sogni siano una mistura d’immagini pescate, piuttosto a caso aggiungerei, dall’enorme archivio della nostra memoria, senza alcun nesso con le nostre ambizioni, caro stupido Rosencrantz.
Temo che, una volta sfiorate dal fiore di Morfeo, le nostre menti vengano banalmente rapite da una follia visionaria, irrazionale ed immotivata.
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Il problema, piuttosto, è un altro: una volta tornati alla veglia, s’innesca in noi il meccanismo della ratio, e ci disperiamo nella ricerca di un significato con cui catalogare le nostre visioni notturne.
Sorrido all'idea che qualcuno lo faccia addirittura per mestiere.
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Questa notte ho fatto un lungo sogno, molto realistico.
Mi viene a trovare la ragazza con cui ho convissuto l’ultima volta, ma io vivo ancora con mio padre. Decidiamo, non so perché, di andare a comprare una tartaruga.
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Lei sparisce dal sogno per un po’, perché si apre la parentesi tartaruga.
Io mi accingo a dare il nome alla bestiola, e mi limito ad un “Tarta”; mi ci affeziono subito, la nutro con dei gamberetti (quelli che mangiamo noi, non quelli essiccati), e poi questa tartaruga si perde.
Sono disperato, perché so che in cortile ci sono molti gatti e temo che Tarta faccia una brutta fine. Poi, non so come, la ritrovo fra le piante, e piango dalla gioia; Tarta sembra sorridere.
Non sembra: Tarta sorride.
Poi si trasforma in una specie di scoiattolo o topino, e gioca con me girandomi attorno alla testa, rifugiandosi fra le mie braccia.
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Ritorna, quindi, quella ragazza.
Siamo in macchina sui sedili posteriori, siamo quelli di oggi cioè separati da due anni, ma improvvisamente ci rendiamo conto che l’attrazione sessuale fra noi è troppo forte. Ci baciamo appassionatamente in macchina (non so chi sta guidando nel frattempo), ci spogliamo, cominciamo a toccarci ma, siccome siamo ancora in giro, lei mi suggerisce (parlandomi all’orecchio con una voce rotta e sensuale) di aspettare fino a quando non saremo a casa sua.
Così mi prende l’ansia, e nel sogno penso, proiettandomi nel di lei letto, a come sarà far l’amore con lei, come sempre accadeva ogni volta che ci si rivedeva.
Giungiamo a casa sua, che conosco bene perché per due anni è stata anche casa mia, e ci spogliamo subito. Lei mi fa notare che non siamo più insieme e che lei sta con un altro, io le faccio notare che siamo già a letto e nudi, così facciamo l’amore; - come solo noi sappiamo fare – penso nel sogno.
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A questo punto mi sveglio, con evidenti alterazioni morfologiche nella zona bassa, quella mio del secondo cervello.
Il sogno è nitido nella mia mente, tant’è che ne sto scrivendo adesso a distanza di tre ore.
Ed ecco che entra in gioco il disperato tentativo di giustificare quelle visioni: sono incatenato ai ricordi?
Mi manca la mia vita da bambino?
Mi manca il mio cane anche se nel sogno era una tartaruga?
Mi manca mio padre?
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Mi spiace, ma credo che nessuna di queste giustificazioni valga.
Sto bene dove sto, la mia nuova libertà (quella dello spirito, giunta molto dopo quella dell’uomo) mi piace e mi permette nuovi incontri; il ricordo di mio padre è praticamente un conato di vomito, e l’idea di tornare bambino mi rabbrividisce, perché sono molto felice e soddisfatto di avere trentun anni.
Questo sogno è solo un’accozzaglia di ricordi, un minestrone d’immagini, un arcobaleno d’emozioni; un delirio assoluto, insomma.
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Ci sono dentro tutti elementi reali: lei, la casa di lei, la casa mia, il cortile, la tartaruga, mio padre, la macchina, gli indumenti di lei, il topino, i gatti.
Perché mai dovrei masturbarmi la mente convincendomi che questo sogno abbia un significato?
M’è venuto il dubbio che quella sia la realtà, e questo che sto vivendo è un lungo, interminabile sogno; in tal caso, ovviamente, dovrei ricercare eventuali significati su ciò che credo di vivere ogni giorno, e non su ciò che credo di sognare ogni notte.
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Ad ogni modo, quel che rimane (e che, credo, conserverò per l’intera giornata), sono la magia di quella situazione, la sconvolgente eccitazione di un'avventura erotica e galeotta, e la tenerissima Tarta.

7 commenti:

Elly ha detto...

Molto spesso i sogno non hanno un vero e proprio significato.
Vi si mescolano i ricordi e ne saltano di nuovi. Uno psicologo potrebbe dirti che molto probabilmente senti la mancanza di un legame di coppia, io direi invece che il nostro cervello è così particolarmente strano che mescola tutti i nostri ricordi a casaccio e alla fine il tuo sogno è uno dei risultati.


Buona giornata :)

liberoPensieRoberto ha detto...

buona giornata anche a te :)

Sarah ha detto...

Voglio fare la "psicologa" di turno, perchè scusami Rò, ma secondo me le cose (e quindi anche i sogni, soprattutto i sogni) non vengo mai a caso. Ti dico ciò che penso? A te manca lei. E non mi ricollego solo al sogno di questa notte. Ce l'hai in bocca tante di quelle volte che non te ne rendi nemmeno conto. Praticamente sempre. E per capire ciò, non ci vuole la psicoanalisi :)
Un bacino

Elly ha detto...

Dottoressa mi scusi, ma molto spesso sogno di far sesso sia con degli sconosciuti che con persone "amate" nella realtà.
Che significa?

liberoPensieRoberto ha detto...

se rivolgessi la domanda a me, ti risponderei molto professionalmente "non saprei. Intanto cominci a darmi il suo numero di telefono"

Sarah ha detto...

Elly, che devi consumare di più ;)

Elly ha detto...

e chi ti dice che non consumo?
E poi se consumo di più mi consumo!

:)