“guardalo, è distrutto”.
“sì, povero. Però è colpa sua, spinge troppo l’acceleratore. Fa sempre così.”
“e cosa dovrebbe fare, dimmi, starsene lì a grattarsi la pancia? Lui non è un pupazzo come noi due, e siccome l’ha capito, vive tutte le emozioni che può”.
“infatti non dico che fa male. Solo che deve smettere di sognare troppo. Sicuramente grattarsi la pancia non è la cosa migliore da fare, ma nemmeno vivere sulle nuvole è il modo migliore.”.
“perché dici così? Non credi di esagerare? Cosa fa di strano, tutto sommato?”
“secondo te mettersi un ventilatore in faccia e sognare di volare è normale?”
“e va beh, diciamo che a volte è un po’ troppo, come dire, infantile. Ma hai visto gli altri? Se ne stanno zitti zitti a guardare la televisione, subiscono i soprusi sul lavoro, non parlano con le mogli, giocano al computer, bevono al bar.. e ti sembra che loro siano “normali”? cos’è poi la normalità?”
“normale è un atteggiamento che ha la maggioranza delle persone. Se uno cammina coi pantaloni abbassati e le mutande di fuori, ed è l’unico, non è normale; se il suo esempio viene seguito da tutti quelli della sua età, ecco che camminare coi pantaloni abbassati e le mutande di fuori diventa normale.”
“ho capito. Quindi secondo te, lui dovrebbe abbassarsi i pantaloni?”
“no, ma che c’entra? Io intendevo dire.. beh lo sai che volevo dire, inutile che fai finta di non capire”.
“no, non lo so, spiegami un po’. Per essere normale cosa dovrebbe fare esattamente? Starsene lì mentre perde l’unico amore della sua vita? Accendere la televisione ogni volta che gli viene voglia di leggere un libro? Giocare al computer ogni volta che gli viene voglia di toccarsi?”
“lo sapevo. Tu stai dalla sua parte. Sei come lui, del resto. Un cane di peluche rosa con la maglietta a pallini bianchi. Cosa ci si aspetta da te? Di certo non una lezione di realismo.”
“ah, perché un alieno peloso col nasone sarebbe più realista di me?”
“sì, perché io rappresento un alieno, cioè qualcosa che nessuno ha mai visto, quindi la fantasia è lecita. Un cane tutto rosa che sta su due zampe, invece, è il ribaltamento della realtà, perché tutti sanno che i cani rosa su due zampe e con la maglia a pallini non esistono. Vedi, tu sei la prova della sua follia. Non è possibile che a trent’anni, quasi trentuno, dopo ventiquattro anni, ti tenga ancora con sé.”.
“ma dai, lascialo in pace, non fa male a nessuno. È una brava persona.”
“non è vero che non fa male a nessuno. La sua eccentricità pone tutti davanti ad uno specchio. Come pensi che si senta la gente quando lui parla di libertà, di arte, di sesso, di coscienza… lui fa del male agli altri, e lo sa bene, e ci gode a vederli scontrarsi con la loro mediocrità o paura di vivere. Lui è sadico. Sa che la libertà non gli costa nulla, perché non ha nulla da perdere, e sa che può usarla come arma, contro chi è terrorizzato dalla libertà”.
“mah, non so. Esageri sempre. Scusa, come fa uno ad essere veramente libero se poi non è libero di dirlo a nessuno?”
“infatti, non si può. Non possiamo essere liberi, e lui deve metterselo bene in testa”
“e chi l’ha detto? Si può, eccome. Come lui ce ne sono tanti, quindi vul dire che si può benissimo vivere secondo le proprie idee.”
“lui, e quelli come lui, non vivono. Passano come fantasmi in un mondo che non li vede e non li sente. Lui e quelli come lui sono tutti soli.”
“quindi, secondo te, uno dovrebbe rinunciare alla propria libertà semplicemente per non essere più solo?”
“esatto. Il giorno in cui comincerà ad entrare in questa ottica di vita, vedrai che entrerà senza problemi nel sistema, ed avrà sempre qualcuno che lo ascolta. Sì, non ci sono altre soluzioni”.
“Se quelli dentro al sistema gli dimostrassero di vivere bene, e di essere felici, allora ne varrebbe la pena. Siccome, però, quelli dentro al sistema sono tutti tristi, non hanno voglia di ridere, di fare l’amore, di giocare e non sanno più sognare, ne’ di giorno ne’ di notte.. allora, tanto vale restare fuori dal sistema.”
“mm, è una posizione interessante. Ci penso su e poi ti dico. Ora fammi stare un po’ zitto. Un pupazzo che parla non è normale”.
“va bene, però se vuoi proprio essere normale, devi anche smettere di pensare.”
“e come faccio? Non ci riesco. Come si fa a smettere di pensare?”
“ah non saprei, perché non lo chiedi a tutti i tuoi amici del sistema?”
D’Izzia Roberto (04/01/2009, ore 15.30)
“sì, povero. Però è colpa sua, spinge troppo l’acceleratore. Fa sempre così.”
“e cosa dovrebbe fare, dimmi, starsene lì a grattarsi la pancia? Lui non è un pupazzo come noi due, e siccome l’ha capito, vive tutte le emozioni che può”.
“infatti non dico che fa male. Solo che deve smettere di sognare troppo. Sicuramente grattarsi la pancia non è la cosa migliore da fare, ma nemmeno vivere sulle nuvole è il modo migliore.”.
“perché dici così? Non credi di esagerare? Cosa fa di strano, tutto sommato?”
“secondo te mettersi un ventilatore in faccia e sognare di volare è normale?”
“e va beh, diciamo che a volte è un po’ troppo, come dire, infantile. Ma hai visto gli altri? Se ne stanno zitti zitti a guardare la televisione, subiscono i soprusi sul lavoro, non parlano con le mogli, giocano al computer, bevono al bar.. e ti sembra che loro siano “normali”? cos’è poi la normalità?”
“normale è un atteggiamento che ha la maggioranza delle persone. Se uno cammina coi pantaloni abbassati e le mutande di fuori, ed è l’unico, non è normale; se il suo esempio viene seguito da tutti quelli della sua età, ecco che camminare coi pantaloni abbassati e le mutande di fuori diventa normale.”
“ho capito. Quindi secondo te, lui dovrebbe abbassarsi i pantaloni?”
“no, ma che c’entra? Io intendevo dire.. beh lo sai che volevo dire, inutile che fai finta di non capire”.
“no, non lo so, spiegami un po’. Per essere normale cosa dovrebbe fare esattamente? Starsene lì mentre perde l’unico amore della sua vita? Accendere la televisione ogni volta che gli viene voglia di leggere un libro? Giocare al computer ogni volta che gli viene voglia di toccarsi?”
“lo sapevo. Tu stai dalla sua parte. Sei come lui, del resto. Un cane di peluche rosa con la maglietta a pallini bianchi. Cosa ci si aspetta da te? Di certo non una lezione di realismo.”
“ah, perché un alieno peloso col nasone sarebbe più realista di me?”
“sì, perché io rappresento un alieno, cioè qualcosa che nessuno ha mai visto, quindi la fantasia è lecita. Un cane tutto rosa che sta su due zampe, invece, è il ribaltamento della realtà, perché tutti sanno che i cani rosa su due zampe e con la maglia a pallini non esistono. Vedi, tu sei la prova della sua follia. Non è possibile che a trent’anni, quasi trentuno, dopo ventiquattro anni, ti tenga ancora con sé.”.
“ma dai, lascialo in pace, non fa male a nessuno. È una brava persona.”
“non è vero che non fa male a nessuno. La sua eccentricità pone tutti davanti ad uno specchio. Come pensi che si senta la gente quando lui parla di libertà, di arte, di sesso, di coscienza… lui fa del male agli altri, e lo sa bene, e ci gode a vederli scontrarsi con la loro mediocrità o paura di vivere. Lui è sadico. Sa che la libertà non gli costa nulla, perché non ha nulla da perdere, e sa che può usarla come arma, contro chi è terrorizzato dalla libertà”.
“mah, non so. Esageri sempre. Scusa, come fa uno ad essere veramente libero se poi non è libero di dirlo a nessuno?”
“infatti, non si può. Non possiamo essere liberi, e lui deve metterselo bene in testa”
“e chi l’ha detto? Si può, eccome. Come lui ce ne sono tanti, quindi vul dire che si può benissimo vivere secondo le proprie idee.”
“lui, e quelli come lui, non vivono. Passano come fantasmi in un mondo che non li vede e non li sente. Lui e quelli come lui sono tutti soli.”
“quindi, secondo te, uno dovrebbe rinunciare alla propria libertà semplicemente per non essere più solo?”
“esatto. Il giorno in cui comincerà ad entrare in questa ottica di vita, vedrai che entrerà senza problemi nel sistema, ed avrà sempre qualcuno che lo ascolta. Sì, non ci sono altre soluzioni”.
“Se quelli dentro al sistema gli dimostrassero di vivere bene, e di essere felici, allora ne varrebbe la pena. Siccome, però, quelli dentro al sistema sono tutti tristi, non hanno voglia di ridere, di fare l’amore, di giocare e non sanno più sognare, ne’ di giorno ne’ di notte.. allora, tanto vale restare fuori dal sistema.”
“mm, è una posizione interessante. Ci penso su e poi ti dico. Ora fammi stare un po’ zitto. Un pupazzo che parla non è normale”.
“va bene, però se vuoi proprio essere normale, devi anche smettere di pensare.”
“e come faccio? Non ci riesco. Come si fa a smettere di pensare?”
“ah non saprei, perché non lo chiedi a tutti i tuoi amici del sistema?”
D’Izzia Roberto (04/01/2009, ore 15.30)
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