Se fossi un’automobile
m’ingolferei, non sarei stabile
se fossi un insegnante
sarei certamente il più incompetente,
ma se fossi un po’ originale
non ripeterei questo presente condizionale
ed è banale
cercar sempre di spiegarmi;
sai che, se fossi un pugile,
sarei io stesso a pestarmi.
Se fossi intelligente ti amerei di più,
se fossi un transistor fonderei la mia tivù;
se però tu fossi un po’ sensibile
mi troveresti certamente più amabile
e se tu guardassi bene in fondo ad
un solo grammo del mio cuore,
capiresti che sono per te quei mille chili d’amore.
E se con queste parole tu
non riuscissi a capire,
per me non resterebbe altro
che piangere e partire.
Ma se fossi, almeno, più bravo a parlare…
Bhè: lasciamo perdere, ormai,
lasciamo stare.
D’IZZIA ROBERTO (13/03/1994)
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