E la mente và, oltre ogni meta immaginabile,
oltre le dimensioni dello spazio,
ribellandosi alle costrizioni del mio corpo;
cerca un luogo ove poter adagiarmi
con tutto il peso della mia tristezza
e con tutta la leggerezza di un nuovo benessere.
----------Essere libero, poter girare senza pericolo
----------per le strade addormentate della mia città,
----------e fischiare, con le mani in tasca,
----------senza dover essere giudicato pazzo.
----------Provare indescrivibile attrazione per le vie più oscure,
----------per quelle più vecchie e malmesse.
E la mente torna, soddisfatta, nostalgica
e riposata, libera da un peso,
troppo leggera per riuscire a rientrare
nel vecchio stanco corpo, non tanto vecchio,
acquietandosi e furtivamente convinta che,
prima o poi, tornerà per le vecchie vie della città.
D’IZZIA ROBERTO (21/03/1996, ore 23.55)
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