Sognai di quant’astio era la vita,
e di quanti albori spenti vidi mai
e ho pensato: pazzo, oh anima perduta
non ti accorgi di quel lume che non sai,
paragoni pessimista le gioie alle tue dita
incosciente! Non comprendi quel che fai?
Ho udito. Ora so.
Ma se credi, cuore mio, se mi credi ancora perso
Se non vedi tutto il male, ma solamente un po’
di quel nero, non capisti di quel nume avverso…
ah!…Ah, ah, ah!…
Come puoi, non capisci, come fai?
Come speri di negare il mio destino,
così diverso,
e i dolori e le morti, e le notti
e tempeste di emozioni, agghiaccianti stelle?
Forse di tacere tutto questo speri?
Non importa, fatica ne dovrei sprecare
per spiegare, per sapere…capire.
Vedo ancora astio da morirne,
solo albori spenti, in questa vita mia.
D’IZZIA ROBERTO (lunedi 15/09/1998, ore 23.12)
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