Lorena, L-O-R-E-N-A,
perché sei tu Lorena?
Non potevi essere un’altra?
E invece no, dovevi per forza trovarti
tra le altre, quella sera, in quel
letto (era comodissimo), nel cuore della
notte, di quella lunghissima notte. E
mentre restavamo lì, vicini, giocando,
litigando, guardandoci, sentivo già la
tristezza del poi, un futuro sicuramente
senza te, Lorena, che sei entrata a
gomitate nel mio cuore, uscendo due
settimane dopo a calci. Il tempo
è passato e mi cruccia un pentimento:
perché non ti ho baciata subito? Perché
ho lasciato che la tua vita uscisse dalla
mia senza neanche cercare di fermarla?
Adesso posso solo pensare a te, al tuo
viso, al tuo fragile ma sensualissimo
corpo e ripetere il tuo nome, ripeterlo
all’infinito; se, a volte, sono solo,
apro una delle pagine del mio cuore,
quella più remota e dolorosa, leggo quella
piccola parola scritta in rosso in basso a
destra, e quella parola è Lorena.
D’IZZIA ROBERTO (07/12/1995, ore 11.45)
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