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martedì 20 gennaio 2009

Armageddon

Liberi pensieri.

Ci sono momenti della vita in cui sei stanco, e vuoi riposare un po’. Certo, perché questa vita sembra la maratona di New York, ma non quella su strada, piuttosto quella in salita, sulle scale dell’Empire.
Talvolta ti appoggi al muro, hai il fiatone, e da quel momento in poi ogni gradino diventa sempre più difficile da superare, i muscoli delle gambe bruciano, e senti che ti manca letteralmente la forza per sollevare il tuo peso di un solo passo
Bene, in quei momenti l’ideale sarebbe proprio fermarsi un attimo, bere una soluzione di acqua e sali minerali, respirare profondamente, e poi ripartire con calma.
È una bella metafora, ma inutile, perché questa vita è una scala senza pianerottoli di sosta. La soluzione da bere per ristorarsi nel mio caso sarebbe una buona notizia sul lavoro, che mi permetterebbe di rinegoziare il mutuo e ritrovarmi con qualche soldo in tasca; solo questo posso sperare, perché la scelta di fermarmi a riposare è impossibile da praticare.
In ogni caso, non è una soluzione che dipende da me, quindi è come se non l’avessi nemmeno a portata di mano. È come sperare di attraversare il deserto senza borraccia ed incontrare fortuitamente un beduino che, se gli va, ti fa bere un po’ di latte di capra.

Un’altra metafora.

Cosa fai, resti a casa dal lavoro?
Ieri ho preso un giorno di ferie, speso benissimo direi, ma è il massimo che potevo fare, e comunque non ho risolto il problema denaro.
Ho sete, fatemi bere un po’ di serenità, vi prego. Ne ho bisogno, fisicamente e spiritualmente. Dentro di me posso anche essere più sereno di anni fa, ma senza soldi non vive nessuno in questa società.

A chi sto dicendo tutto questo?
A voi lettori del mio blog, e senz’altro anche a me stesso; come vi dicevo, ho bisogno di esorcizzare le mie ansie scrivendo, e poi ultimamente scrivo il più possibile perché...
Se le cose andranno male, chiuderò anche la connessione internet; un taglio al ponte di comunicazione fra me ed il mondo. Da quando ho internet ho fatto mille cose, ed ho conosciuto persone davvero speciali.
L’utilità della rete è fondamentale per uno che non può muoversi da casa. Io ho sempre criticato la dipendenza dal pc e la sostituzione delle chat alla vita reale, ed ancora le critico fortemente, ma internet serve per tantissime altre cose: hai il conto on-line e non devi andare fisicamente in banca, guardi le strade se devi fare un viaggio, fai ricerche, ti informi, ti diverti, scrivi, crei movimenti...
Entro fine gennaio saprò il mio destino ma, senz’altro, prima di tagliare tutto vi saluterò con un mega discorso.
Sarebbe perfetto un video in cui ci sono io in primo piano, con l’espressione tipica di Bruce Willis quando fa il serio (quella in cui socchiude gli occhi e stringe le labbra, la stessa di quando fuma o s’incazza, per intenderci), che dico rivolto ai miei lettori “non preoccupatevi per me bambini miei, e ricordatevi che vi voglio bene”, in sottofondo si sente Steven Tyler che canta “I Don't Want To Miss A Thing”, poi la telecamera stacca con una lenta carrellata sui vostri volti commossi, finchè io non schiaccio l’invio sul comando “Spegni” del mio pc...
...
Riuscirò a restare completamente serio per più di due capoversi? (me lo chiedevo due capoversi fa)

Domenica ho terminato il mio sesto racconto noir che, unito agli altri, farà parte del mio libro/raccolta del terrore, ed ho trovato qualcuno che forse lo pubblica.. pensate che bello: io, Roberto D’Izzia, che vivo scrivendo libri. Un sogno. La fantasia non mi manca di certo, ho scritto di tutto (chi mi legge da tempo lo sa bene) e credo che, con gli anni, stia diventando bravino anche dal punto di vista tecnico.
Che m’importa se mi state giudicando vanitoso? Mica sto dicendo che sono un dio della letteratura, però so di scrivere bene, perché nasconderlo? Tanto io sono in buona fede, e l’ultima mia intenzione sarebbe vantarmi di una mia naturale capacità; mia, come di molti blogger che seguo e che scrivono benissimo (però non vogliono far parte dello Spazio Filosofico mannaggia a loro!!!)
Provo un’invidia corrosiva per chi scrive di mestiere: molti soldi = molto tempo libero per scrivere. Molto tempo anche per leggere le cose scritte dagli altri, fondamentale per crescere ed imparare.
Ma.. dov’ero rimasto?
Ah, certo, la maratona.

Ricevo molti messaggi di supporto da amici e lettori in questo momento duro, e ringrazio tutti, anche se rifiuto l’aiuto di alcuni rispetto ad altri; le mie difficoltà nulla tolgono alle mie idee, e se preferisco evitare la presenza di qualcuno, mantengo la mia posizione anche se quest’ultimo potrebbe o vorrebbe in qualche modo starmi vicino. Le difficoltà economiche possono annebbiare la mente, ed io mi sforzo di restare lucido, anche se può risultare un’impresa ardua.

Eppure.. posso offendervi tutti spudoratamente? Gli unici due messaggi che vorrei ricevere in questo momento sono – sì, ti assumiamo a tempo indeterminato – e – sì, ti concediamo il nuovo mutuo con rata più bassa e disponibilità liquida -

Che volete farci, sono noioso e parlo solo di denaro. La critica che mi si nuove da anni, e dalle persone a me più vicino, è che sono troppo sognatore; beh, ora che parlo di soldi e lavoro non vorrei sentirmi dire che sono troppo pratico; sarebbe una beffa.
Lo è, anzi.
Una beffa, è tutto uno scherzo di cattivo gusto: quando hai la situazione reale sotto controllo, ti sfuggono i sogni, quando sogni troppo ti sfugge la situazione reale...
Per questo invidio gli scrittori di mestiere: loro hanno sia la situazione reale (contratti di lavoro, soldi ecc..) sia la possibilità di coltivare sogni, avendo l’unico impegno di lavorare con la fantasia.

Due secoli fa lo scrittore andava da un ricco, e gli diceva: scrivo un romanzo, mi paghi e mi dai vitto e alloggio, così poi ti vanterai di aver sostenuto le mie opere.. ci stai?
E il ricco, vanitoso, diceva: sì che ci sto, ti darò un alloggio nella mia proprietà, e ti pagherò quanto basta per vivere altri cinque anni.. e se grazie a te farò bella figura, ti darò in commissione altri lavori...
Oggi lo scrittore va dal ricco e gli dice "mi produci?" e il ricco gli risponde "e che vantaggio ne avrei, visto che sono già ricco?"

Temo d’esser nato nel secolo sbagliato.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

..io ti posto un messaggio poco utile forse, poco pratico, poco utile economicamente, poco perchè poco sembra a molti ma, non a me, a me serve serve da morire quando in risonanza mi ritorna.

ops, mi son persa..pardon :-P
il messg. è; TI VOGLIO BENE, TANTO.

liberoPensieRoberto ha detto...

;)