Fruscio d’abiti a volar sul pavimento, l’odore del tuo collo,
l’odore del mio collo.
Bianchi seni vedo aprirsi
e poi riaprirsi
e poi riaprirsi..
inarcata adesso la tua schiena.
T’abbandoni persa sulla forza delle braccia,
le mie braccia che ti reggono, che ti stringono,
che ti schiacciano con violenza.
L’odore del tuo collo,
l’odore del mio collo.
Carne sopra carne di colori differenti,
carne dentro carne
d’un piacevole dolore,
l’una silenziosa sudata e stravolta,
l’altro bestia urlante
come un toro condannato a morte
nell’arena in mezzo alle tue gambe.
L’odore del tuo collo,
l’odore del mio collo.
L’arena prende fuoco,
il toro prende fuoco,
non più silenziosa l’una urla di piacere
mentre l’altro non più bestia urlante
lascia esplodere il momento,
e poi sempre più lento,
e poi sempre più lento,
e il toro sbuffa a stento,
accasciato nell’arena, lentamente muore
…ma l’odore, sente sempre quell’odore:
l’odore del tuo collo,
è l’odore del tuo collo che m’ha ucciso.
Roberto D’Izzia (17/01/09, ore 17.30)
6 commenti:
Molto bella complimenti, come anche le metafore azzeccate che danno quel tocco di pepe ma non di volgare, ciao, buone cose :)
la volgarità nasce solo nell'animo impuro, mentre per me il sesso è piuttosto pulito, comunque lo si voglia fare, o qualunque poesia gli si voglia dedicare.
:)
In un certo senso ti posso pure dare ragione ma un conto è la propria sessualità un conto è quando questa viene espressa pubblicamente allora ci sono vari modi per rappresentarla e per me alcuni sono piacevoli altri meno una questioni di gusti, mettiamola così, ciao
... tu lo sei? :)
(molto bella)
Ishtar:
sono d'accordo con te, è una questione di gusti. Talvolta immagini o parole possono offendere la nostra sensibilità, ma probabilmente sono gaudio per qualcun altro. Tutto è relativo.
Alice:
cosa vuoi sapere eeehhh ?????
:)
(grazie)
Wow....
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