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martedì 13 gennaio 2009

Il cordone ombelicale: gli effetti collaterali d’una madre soffocante

Le donne che hanno provato a stare con me si stupirebbero poco del mio spirito libero, se sapessero che razza di infanzia soffocante ho avuto.
La situazione è questa: mia madre, quando conobbe quel ragazzino di mio padre (lei aveva 25 anni, lui 19), era già madre dei miei due fratelli maggiori; visto il suo pessimo rapporto col mondo maschile, non vedeva l’ora di avere una figlia femmina.
Voleva stare con questa bambina, crescerla a bambole e vestitini, parlare di problemi di donna una volta cresciuta; insomma, voleva una figlia/bambola/amica.
Ed ecco che arrivo io.
Le cronache di quel tempo (cioè mio padre che mi parla chiaro qualche hanno fa) mi fanno sapere che sono nato per sbaglio, ma per uno egocentrico come me è motivo d’orgoglio “mio padre e mia madre si amavano e mi volevano tanto tanto”, “ssssè.. vuoi mettere l’avventura con cui sono nato io? Passo attraverso un preservativo rotto, m’impianto dove non dovevo impiantarmi, supero ogni tentativo di aborto, cresco nove mesi nonostante le bestemmie di chi mi sta intorno, e nasco nell’ospedale di San Donato Milanese, che dal ‘78 in poi non ha più permesso parti!! Praticamente sono come Indiana Jones..”...
Ecco che mia madre, nonostante quel cosino di indubbia funzione fra le mie gambe, si auto-convinse che io sono una femmina e dal giorno della mia nascita a tutti i primi diciamo 10 anni mi tratta come una femmina. Ma io sono un maschio!
Allora mi mette i fiocchi in testa, mi compra soprattutto abiti rosa o rossi, quando mi accompagna a scuola mi segue a momenti fino dentro la classe, mi regala il “mio mini pony”. Un giorno, avevo sui 10 anni, torno a casa e trovo un oggetto terribile che mi aspetta: un paio di pantofole a forma di coniglio ROSA.. con tanto di orecchiette penzolanti e baffi... io sono già umiliato così, ma mio padre e i miei due fratelli caricano la dose, prendendomi per il culo in modo sadico. Io piango, urlo dicendo “ma io che c’entro?????” e loro mi fanno il verso e mio fratello mi da un nuovo soprannome, “frignetta”, che mi resterà per molti anni a venire..
Io potevo sembrare effemminato, ma solo perché ero un po’ più sensibile di altri e magrino e basso e non ero l'immagine della mascolinità.., ma le donne mi piacevano eccome (ci ho provato con TUTTE le ragazze della scuola alle medie); eppure un giorno mio padre mi porta al bar di G., e mi fa tutto un discorso serio: “vedi roberto, se vuoi puoi parlarmene liberamente, certo avrei voluto che tu... lo sai sono cresciuto dove quelli un po’ così erano trattati male.. ecco.. devo chiederti una cosa ma devi essere sincero: ma ti piacciono le donne?”.
Io lo guardo, e penso: questo mi sta offendendo in due modi, il primo perché non mi crede e non si fida di me, il secondo perché mi fa capire che se fossi gay per lui sarebbe una sconfitta o un disonore... – pa’, mi piacciono le donne, mi tocco guardando Non è la Rai e sfogliando Postalmarket della mamma, va bene?- - ahhh menomale, scusa ma sei tutto fine, ti piacciono gli animali, scrivi... pensavo che tua madre ti avesse portato sulla cattiva strada..-
Sulla cattiva strada. Se fossi stato gay probabilmente avrei dovuto affrontare le lotte che affrontano tutti gli omosessuali con genitori trogloditi.
Mia madre, per tornare al discorso di prima, non si rassegna, e continua a trattarmi come se fossi una femmina. Poi, la svolta: capisce che sono un maschio quando mi chiudo ore e ore in bagno, ma per reazione mi vorrebbe tutto per sé, ed improvvisamente tutte le donne del mondo diventano donne di malaffare.
Le presento qualche ragazza ma lei le tratta malissimo, in modo imbarazzante, ed io devo sempre scusarmi con la fidanzata del momento.. poi vado da lei, e le dico – ma perché fai così? - -sta zitto, quella chi è? Lasciala stare, sono tutte puttane al giorno d’oggi -.
Una volta ho provato a dirle – anche tu sei una donna -.
Mi ha guardato seria, e m’ha detto – sì, ma la mamma è diversa da tutte le altre donne! –
Eh già, come ho fatto a non pensarci prima? Mia madre è diversa. Probabilmente non ha dovuto scopare per farmi, e la storia del preservativo rotto è falsa; probabilmente sono sbucato fuori da una zucca, anzi, sono figlio dello spirito santo, che però s’è distratto un attimo e s’è dimenticato di dotarmi di poteri paranormali come moltiplicazione di pani e pesci e robe così.
Io mi sento mancare l’aria, più cerco di staccarmi da lei, più lei affonda le unghie nel cordone ombelicale per non liberarsene.
Ancora oggi, dopo anni e anni di errori e disastri familiari, mi chiama la sera e mi dice “ti sei messo la sciarpa?”.
Quando piangendo le ho detto che avevo lasciato Mary, la sua risposta è stata - hai fatto bene, meglio stare da soli, solo tua madre ti vuole bene, tutte le altre lasciale stare –
Ora, per colpa sua, vedo nel mondo femminile un esercito di milioni di madri, pronte ad attaccarti un nuovo cordone ombelicale, anche più forte di quello naturale; ad alcuni uomini questa condizione va benissimo, perché sono predisposti ad essere accuditi come bambini, ma io.. mi sento soffocare, ed ho ancora il terrore di tornare a casa e trovarmi un paio di pantofole rosa a forma di coniglio.

8 commenti:

alice ha detto...

la vita vince sempre in un modo o nell'altro...

la signora in rosso ha detto...

per crescere bisogna sempre uccidere "metaforicamente" i propri genitori.

liberoPensieRoberto ha detto...

I genitori dovrebbero farsene anche una ragione e considerarti, come scrive Alice in un post, una piccola aquila che prende il volo.
Allora non servirebbe "ucciderli" metaforicamente, come ho dovuto fare io, anzi mi farebbe piacere sapere di averli lì vicino.
A molti genitori piace considerare i propri figli dei poveri scemi, anche se sono grandi artisti, o scienziati, o uomini e donne fortissimi.
Quel tipo di genitore si sente sempre su un gradino sù e non ti da mai la soddisfazione di dire: bravo! o grazie! oppure un semplice "sono orgoglioso di te".

Claudia Addabbo ha detto...

Tu vedi nelle donne delle mamme e io spesso mi ritrovo a cercare nelle donne l'affetto della mamma, un po' troppo dura con me nel passato e nel presente, con la quale ho un rapporto sempre conflittuale.. Volenti o nolenti siamo il risultato del rapporto con i nostri genitori e non potremo mai "liberarci" veramente da questo legame primordiale.

liberoPensieRoberto ha detto...

Ciao Claudia, grazie del tuo commento.
Sono sincero: sto facendo un percorso durissimo per cercare di liberarmi dalle dinamiche che hai descritto così bene.
Chi può insegnarci a vivere, però?
Temo di trarre la conclusione che la vita si sbaglia e basta, perchè quando capisci un errore ti trovi già in un'altra situazione.
Mah.
(scusa, forse non è un commento lucido..)

ValeTata ha detto...

Sicuramente essere genitori è difficile e nessuno è non esiste il decalogo del "buon genitore"... non voglio scusare nessuno, solo prendere in considerazione il fatto che tu caro Rob sei un uomo e per giunta con le palle, stai affrontando tutti i tuoi problemi ed è l'unica cosa che devi assolutamente fare. Spacca il mondo, vivi la tua vita a modo tuo :*

liberoPensieRoberto ha detto...

a modo mio.. a modo mio.. avrò sbagliato maaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa.. A MODO MIO !

:)

Anonimo ha detto...

Io sono della classe 1989, e constato che non sono l'unico a soffrire per aver subito (in essenza) le stesse cose, a distanza di anni dal tuo post. La tua situazione è diciamo più "estrema" della mia (mia madre non mi regalava pigiamini rosa e mio padre non mi ha mai posto una domanda così scarsamente rispettosa della mia sessualità). Ma la mia condizione porta con sé il lato negativo che mi ci sono voluti anni per smascherare la vera faccia di mia madre, che prima consideravo come la donna e la persona più perfetta del mondo. La verità è che sono stato usato da lei come un bambolotto della Chicco, e ascoltato/compreso/considerato allo stesso modo, ovvero zero. È un dolore e una sofferenza che non possono essere descritte a parole, spesso neppure le lacrime e le bestemmie lo sanno fare e a volte neppure tra sé e sé si riesce a decifrare quello che si prova.
Fanculo la gente come ValeTata che scrive le solite menate (è difficile esser genitori e ormai sei grande, spacca il mondo). Ho capito che questa gente non solo non aiuta, ma è addirittura controproducente.
Il buonismo con chi per anni si è approfittato della buona fede di un bambino, è letale.
E dopo tutto che io ho capito come stanno le cose, è comunque difficile (in certi momenti impossibile) imparare a "vedersi" da soli (ovvero ad autoconsiderarci e autostimarci).
Spero solo che un giorno tutto questo finirà, e che al posto del comandamento : rispetta tua madre e tuo padre, qualcuno scriva: rispettate i vostri figli, che sono deboli e indifesi e ci pensa già il mondo a rendere la vita difficile