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lunedì 5 gennaio 2009

Il muro del pianto.

Questo non è un articolo giornalistico o politico (altrimenti pubblicato su InformaReagire), ma è una personalissima riflessione.
Mi sono informato sulla storia del conflitto in terra palestinese, e sono a dir poco sconvolto dalla banalità delle motivazioni che alimentano una guerra infinita.
Gli Arabi rivendicano l’intera Palestina, rifiutando la spartizione voluta alla fine della seconda guerra mondiale dall’ONU, che prevedeva la nascita di uno stato arabo ed uno ebraico; motivazione del rifiuto? Gli ebrei, pur essendo ancora in minoranza negli anni cinquanta, avrebbero controllato la maggioranza del territorio, lo stato arabo avrebbe avuto scarsi contatti con altri stati per via della discontinuità del territorio e, soprattutto, non veniva riconosciuta l’autorità dell’ONU nel prendere certe decisioni...
Gli ebrei rivendicano la Palestina come Terra promessa, ed hanno cominciato a colonizzarla con maggior impatto dopo la seconda guerra mondiale e gli eventi del nazismo.
Arabi ed ebrei compiono reciproche stragi di civili da sessant’anni, cercando di annullarsi reciprocamente.
Il mondo sta a guardare, proponendo di tanto in tanto delle soluzioni, che però vengono rifiutate dai diretti interessati.
Yasser Arafat, Palestinese, si diceva (a parole) convinto che potessero nascere due stati separati non più in conflitto; l’immagine di Arafat che fa questi discorsi rimane nella mia memoria, perché per più di vent’anni ho visto sempre la stessa scena.
Ora mi chiedo: perché palestinesi ed ebrei non si mettono l’anima in pace e si spartiscono quelle terre sulla base della densità di popolazione delle due fazioni?
Perché gli americani e il blocco occidentale stanno dalla parte di Israele?
Perché i Cinesi stanno dalla parte degli arabi?
Gerusalemmme è la capitale spirituale di tre religioni, cristiana, ebraica e musulmana, ma è incredibile come sia anche il fulcro della violenza di quel territorio.
Ora mi chiedo: quali interessi ci sono dietro tutto questo?
È possibile che la popolazione davvero si odi così tanto?
Penso ai bambini, alle donne, agli studenti: possibile che ebrei e arabi si odino tanto da volersi annientare a vicenda?
Non credo.
Anzi, credo che la gente da quelle parti non ne possa più di bombardamenti. Credo che i bambini debbano giocare nei campi, e non essere assoldati per uccidere, o saltare in aria sulle mine antiuomo
(
prodotte anche in Italia).
Credo che ci siano interessi economici da parte degli stati occidentali, che sulle vittime, sulle protesi, sugli ospedali, sulle armi.. guadagnano parecchio.
Allora c’è sempre chi è pronto ad aizzare gli uni contro gli altri. Qualcuno che bombarda.
Qualcuno che dice: “gli ebrei stanno bombardando la striscia di gaza”, e qualcun altro che risponde “sì, ma per difendersi dai continui attacchi dei palestinesi”.
Ghandi si era trovato in una situazione simile, in India, con induisti da una parte e musulmani dall’altra; tutti, però, lo riconoscevano come padre spirituale (non aveva alcuna carica religiosa o politica, ma lo chiamavano “bapu”, padre), e quando minacciò di morire con lo sciopero della fame, i contrasti fra tribù dell’intera India cessarono.
Purtroppo, con la sua morte tutto tornò come prima.
Mi chiedo se in Palestina nascesse un altro Ghandi, che cominciasse a predicare la pace fra popolo di Israele ed arabi, dopo quanti minuti lo farebbero saltare in aria.

3 commenti:

al-dahri ha detto...

La sfortuna dei palestinesi è stata quella di trovarsi all'incrocio degli interessi economico/politici di mezzo mondo.

Comunque se usi facebook ti segnalo un gruppo che ho creato proprio su questo tema: Against both Israel and Hamas (contro Israele E contro Hamas)

Non metto link perché non sono ancora esperto di facebook e non sono del tutto sicuro circa la procedura per inserirli in mail e commenti.

la signora in rosso ha detto...

grande Roberto,
siamo impotenti quando sentiamo le notizie da Gaza, e cerchiamo delle risposte.. che solo quei 2 popoli possono darsele... Hai ragione tu, solo una persona carismatica potrebbe dare un segnale per iniziare una strada verso la pace, purtroppo grandi uomini (politici soprattutto) ce ne sono pochi
Ciao

liberoPensieRoberto ha detto...

al-dahri,
mi spiace non uso facebook.

signora in rosso, io purtoppo dubito che la situazione si risolva.
Anzi, sai che ti dico?
Il prossimo conflitto mondiale partirà da lì, magari fra 20 o 30 anni.
Ottimista, eh?