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lunedì 12 gennaio 2009

Io, De Andrè e i fazzoletti Klinex (sdrammatizziamo un po’ che è meglio)

Mi ci vedete a letto, un vassoio davanti con tazzona piena di tisana e biscotti buttati qua e la, fazzoletti klinex a portata di mano e pupazzetto rosa vicino?
Un’immagine a dir poco vergognosa.
Beh, avevo tutta l’intenzione di ricordare dignitosamente Fabrizio De Andrè, così ho guardato il programma di Fazio (che solo per questa volta mi è piaciuto) su Rai3, con Dori Ghezzi e un sacco di artisti che reinterpretavano i pezzi che tanto amo del cantautore genovese.
Beh, qualche lacrimuccia qua e la è scesa, per esempio sul monologo fantasioso e romantico di Antonio Albanese (che come attore drammatico è stupendo), ma il peggio/meglio è arrivato verso le 22.40: hanno trasmesso “amore che vieni, amore che vai”, e contemporaneamente 300 radio in Italia hanno fatto lo stesso...
...dov’è finito il pacchetto di klinex.. oh cavolo sto smocciolando sul copripiumone.. ah eccolo!
PPPPRRRRRR.. PPPPPRRRRR..... PPPPPPPPPPRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR.......
Beh dai, un po’ di emozione ci stava, anche perché per tutta la sera avevo sentito altre voci cantare, quindi sentire la sua, così calda, così paterna..
E poi, la canzone, se pur non fra le mie preferite, per me ha un significato particolare: “..e tu che con gli occhi di un altro colore mi dici le stesse parole d'amore, fra un mese fra un anno scordate le avrai, amore che vieni da me fuggirai..”.
Vabeh, mi riprendo, “che scemo, è solo una canzone”; metto a posto i klinex, mi torna il sorriso (guadando Fazio che balbetta davanti a Dori Ghezzi è difficile restare seri), poi scoppio a ridere su Tiziano Ferro che, interpretando un pezzo che non conoscevo, cambia un’espressione al secondo..
In chiusura, la mazzata finale: Cristiano De Andrè e Mauro Pagani che suonano e cantano dal porto di Genova (luogo che che adoro) Creuza de ma’, con tanto di saluto del porto a Fabrizio...
E fu così che finii il pacchetto di klinex.
Che volete farci, sono un tenerone in fondo in fondo, queste cose mi toccano sempre.. come quando a Giugno vado a suonare e cantare davanti a Rino Gaetano, o quando guardo i miei dvd di Gaber..
Però, pensandoci bene...sto in pigiama, ho le pantofole morbidose, bevo le tisane, ho la lacrima facile..
Tutto questo ha un nome: senilità.

7 commenti:

alice ha detto...

sembra una scena di herry ti presento sally

liberoPensieRoberto ha detto...

"io se leggo un giallo comincio subito dall'ultima pagina"
"e perchè scusa, che gusto c'è?"
"così se muoio prima almeno so chi è l'assassino..".

"non mi umilierò per te!" poi canta al telefono.. "chiaa-maa, non ti preoccupare tu chiaaa-maaa.."

quel film è geniale.

Elly ha detto...

;)
E fu così che venne fuori anche il lato + sensibile (e smoccioloso) di Rò.....
Tu nn sei il solo a commuoverti...
Da quando sono diventata mamma, mi commuovo x ogni cosa... anche solo x un film

Xò è fantastico tutto ciò!

liberoPensieRoberto ha detto...

beh sì, vuol dire che non siamo solo numeri, "risorse", contribuenti, "gente".
Siamo esseri umani.

la signora in rosso ha detto...

"senilità" è la parola che più mi preoccupa....per il resto copione vissuto anche da me ieri sera

liberoPensieRoberto ha detto...

avevo detto che dovevo sdrammatizzare in qualche modo.. per questo mi sono detto che sto invecchiando :)
Come ci insegna Erasmo da Rotterdam, però, la follia dei vecchi è come quella dei fanciulli, quindi temo che la parola senilità potrebbe essere tranquillamente sostituita con fanciullezza.
....
che ne dici?

la signora in rosso ha detto...

sono d'accordo!
Buona serata